sabato 13 febbraio 2010


Ecco cosa diceva sempre il mio allenatore, all’epoca – purtroppo remota – degli Esordienti: “Di giocatori buoni ce n’è da far la siepe al Po, ma i veri fuoriclasse puoi contarli sulla punta delle dita”.
E il vecchio Arcangelo (sessant’anni proprio oggi, il 13 febbraio) è – a mio giudizio - uno di quelli.
Beh, io non sono proprio un tipo imparziale. Ho assistito al mio primo concerto dei miei amatissimi Genesis nel 1982, quando l’antico leader ormai se ne era andato da un pezzo, e il primo album in assoluto che acquistai da Alphaville fu proprio Peter Gabriel – IV. Era il periodo di Mister Fantasy, storica trasmissione tv condotta da Carlo Massarini, e il nostro - travestito da scimmia- si divertiva a lanciarsi con una liana sulla platea azzimata dell’Ariston di Sanremo, schiantandosi contro il bordo del palco.

Dopo otto anni di silenzio, l’anziano fuoriclasse torna con un album di sole cover, in versione rigorosamente acustica, o meglio accompagnato solamente da un’orchestra sinfonica (“No drums and no guitars", si legge sul suo sito ufficiale).
L’idea non è nuova.
Recentemente, lo ha fatto Patti Smith, e poi i Lemonheads, qui da noi Franco Battiato con i suoi Fleurs.
Inoltre, in genere è indice di scarsa ispirazione.

E invece il risultato è tutt’altro che noia.
La raccolta si apre con un pezzo sacro, la mitica Heroes di David Bowie, qui in una versione quasi chiesastica con arrangiamento di organo e archi, grandioso e magniloquente, e si chiude con una Street Spirit (Radiohead) appena sussurrata, quasi à la Wyatt.
E in mezzo, è tutto un gran godimento, dalla già nota The Book Of Love dei Magnetic Fields – dei quali è fresco di stampa il nuovo album, intitolato Realism – alla superba versione di Listening Wind dei Talking Heads dell’amico David Byrne. Stupisce la qualità dei brani scelti da Gabriel, che svaria dai grandi classici (Lou Reed, Neil Young, Paul Simon, Randy Newman), dei quali spulcia nel repertorio minore, agli alfieri del nuovo rock, versante piu’ intellettuale (Arcade Fire, Elbow, Bon Iver e la cantautrice di origine russa Regina Spektor), mentre dalla track-list che girava ufficiosamente sino a poco tempo fa è – disdetta! - uscita Waterloo Sunset dei Kinks.

Ma qui c’è di piu’.
Gli artisti omaggiati da Gabriel si sono impegnati a restituire il favore, tramite una sorta di baratto musicale (song swapping), raccogliendo in un secondo album le loro versioni di brani – celebri o meno - di Gabriel.
Il tutto nel segno dell’ironia: se il titolo di questo disco suona come “Grattami la schiena”, l’altro si intitolerà I’ll Scratch Yours : “Io gratterò la tua”.
Stephin Merritt dei Magnetic Fields ha già inciso la sua versione di Not One Of Us di Gabriel - è la B-side del singolo di lancio The Book of Love - e le prime indiscrezioni dicono che la stessa cosa si appresta a fare Paul Simon, con l’immortale Biko (scelta scontata, per l’autore di Graceland).
Divertiamoci allora a indovinare le scelte degli altri artisti chiamati in ballo dal genio di Bath.
Questi gli abbinamenti proposti da noi di PiacenzaSera:

Elbow – Here Comes The Flood
Talking Heads – I Have The Touch o San Jacinto
Lou Reed – Games Without Frontiers
Bon Iver – Red Rain
Magnetic Fields – The Carpet Crawlers
Arcade Fire – I Know What I Like (In Your Wardrobe)
Neil Young – Solsbury Hill o Family Snapshot
Randy Newman - The Cinema Show o Blood Of Eden
Regina Spektor - Dusk
Radiohead – The Musical Box

Nessun commento: