domenica 3 aprile 2011


Il paesaggio brullo e desolato, l’atmosfera uggiosa, il vento che ti sferza la faccia e la pioggia, fitta e leggera, che non sembra nemmeno che ti stai bagnando, il gregge di pecore che attraversa pigramente la strada e ti tocca aspettare a motore spento, e fai anche un cenno con la mano al pastore che invece ti ignora, passa e va, il pub oscuro e fumoso con le panche di legno e i vecchi dalle gote rosse che urlano con un bicchiere di whisky tra le mani: Isola di Mull, Arcipelago delle Ebridi Interne, Scozia orientale.
E’ qui che la band di Manchester si è ritirata per registrare l’atteso seguito di quel The Seldom Seen Kid – un estratto del quale, Grounds For Divorce, è stato scelto dai Coen per il trailer di Burn After Reading - che aveva stregato critica e pubblico, e questa scelta si riflette nell’intensa malinconia del loro nuovo lavoro (il quinto).

Prendiamo il cuore dell’album, Jesus Is A Rochdale Girl/The Night Will Always Win, due ballate apparentemente semplici ma costruite su sfumature raffinate, quasi inafferrabili.
Un consiglio: è un disco da ascoltare in cuffia, per meglio apprezzare la cura maniacale degli arrangiamenti, la precisione e lo stile dei dettagli, la raffinatezza delle sovrapposizioni tra trame classiche, effetti digitali e campionamenti. Come nell’iniziale ed epica The Birds, costruita sul crescendo lento e inesorabile di un'unica nota ripetuta che culmina in un trionfo solenne di archi e di synth. Grande sfoggio di classe anche in Lippy Kids (narra ricordi di infanzia nei cortili tra le alte case in mattoni rossi della operosa città inglese) e nella conclusiva Dear Friends (un omaggio del leader Guy Garvey ai suoi compagni di viaggio).

Le stelle polari sono i capostipiti dell’art-rock britannico colto e ambizioso: Eno, Fripp, Wyatt, Sylvian. E soprattutto Gabriel: in The River la voce di Garvey ricorda in maniera davvero spaventosa quella dell’Arcangelo di Bath.
Vero: svanito l’effetto novità, qua e là affiora il manierismo (With Love, Open Arms) o un’enfasi ingiustificata, una certa magniloquenza.
La stessa critica mossa da sempre anche ai Genesis (ai Genesis di Gabriel, sia chiaro): e noi che abbiamo amato alla follia Foxtrot e Selling England By The Pound ci teniamo stretti anche gli Elbow.

1 commento:

paulette ha detto...

pezzo da paura