domenica 4 dicembre 2011

Bad



Il buonismo - ai tempi del governo tecnico - torna inevitabilmente alla ribalta, e fortuna che ci sono in giro ancora dei cattivi.

Come Lou Reed e i Metallica, ad esempio.
Se avete visto la copertina di alcune riviste in edicola, con quella foto in cui i nostri sfoggiano un look total black e dei ghigni da duri di periferia, un brivido avrà percorso la vostra schiena.
E che dire della cover di Lulu (ispirata da una piece teatrale composta dal tedesco Frank Wedekind oltre cento anni fa, sul girovagare sbandato di una ragazza afflitta e tossica), con un’inquietante manichino femminile dalle braccia monche e una scritta che pare fatta con il sangue?
Cattivissimi.
La strombazzata collaborazione tra i mostri sacri del metal e il leggendario ex-leader dei Velvet Underground si rivela tuttavia un album mastodontico, rumoroso, troppo; e lungo, lunghissimo; a volte inutile; spesso mortalmente noioso.
Confessiamo di non essere riusciti a completarne l’ascolto.

Un altro a essere indiscutibilmente cattivo è Tom Waits: voce rauca e aura da bohemien maledetto, abuso costante di alcol e tabacco, pessime frequentazioni.
Il suo nuovo lavoro, a quasi sette anni da Real Gone, si intitola infatti Bad As Me.
Il cantautore di Pomona non tradisce le attese.
Probabilmente non aggiunge nulla (o quasi) di nuovo al suo ormai vasto repertorio, ma è innegabile come egli sia ancora capace di affascinare e di ammaliarci con la sua musica elegante e desolata, giocando con misura ed equilibrio all’eterno dualismo - mai sopito - tra le ballate pianistiche di sconfinata dolcezza, seppur avvolte dal fumo e dalla polvere (New Year’s Eve, Kiss Me, Pay Me) e i blues sporchi, bislacchi e asimmetrici (la title-track, Hell Broke Luce e il trittico di partenza Chicago, Raised Right Man e Talking At The Same Time, che ci riporta ai capolavori degli anni Ottanta, quelli di Rain Dogs per intenderci).

Insomma: cattivo sì, ma non patetico.

Nessun commento: