martedì 15 settembre 2009


Ecco che arrivano le prime piogge – qui a Travo stamattina c’è una nebbia che sembra di essere in novembre – e dunque i nostri ascolti necessariamente si adeguano al rinnovato clima brumoso e malinconico.
Per questo motivo PiacenzaSera ha scelto il nuovo e sesto album dei Mum, dal titolo surreale “Sings Along To Song You Don’t Know”. Realizzato tra la natìa Islanda, la Finlandia e l’Estonia – con il supporto del coro Estonian Suisapäisa Mixed Choir – e pubblicato da un’etichetta berlinese, esso propone una sapiente miscela tra il consueto elettro-ambient, istanze pop e rimandi alle tradizioni narrative popolari. Il climax giocoso e onirico di quest’opera segna un’inversione di rotta rispetto al passato, una reazione dei Mum ai recenti avvenimenti islandesi (una crisi economica senza precedenti ha causato le dimissioni del governo e ha mandato letteralmente in bancarotta la quasi totalità della popolazione) che hanno scosso la vita tranquilla di quella che è sempre stata considerata un’isola felice.

La successione dei brani scorre fluida, anzi liquida, senza soluzioni di continuità, pervasa ovunque da un caleidoscopio di suoni delicati e sognanti, ottenuto grazie a una strumentazione assai varia: viola, violoncello, pianoforte, organo, ukulele, marimba e altri, tipici della tradizione popolare.
In apertura, la filastrocca “If I Were A Fish” esalta il timbro soave della nuova vocalist Gisladottir (che presenta somiglianze con Lali Puna) e va a “ripescare” – mi si scusi lo scontato gioco di parole… - i suoni subacquei di “Fishrising” di Steve Hillage (ex Gong).
Con “Hullaballabalù” e “Kay-Ray-Ku-Ku-Ko-Kex”, bizzarre e bucoliche cantilene in lingua madre, dimostrano invece di avere mandato a memoria la lezione dei maestri Sigur Ros, “Sing Along” pare una cover degli Stereolab, l’ottima “The Smell Of Today…” recupera una base elettrodance da videogioco anni ‘80, mentre “Last Shapes Of Never” è un coro vagamente gotico a là Dead Can Dance.
Su tutti, “Illuminated”, punteggiata da archi di bellezza straordinaria.

3 commenti:

JR ha detto...

Bravo CJ, i Mum restano tra i miei 4 o 5 ascolti autunno/invernali preferiti.
E' vero che questo disco è molto interessante, sembra che si siano finalmente ritrovati dopo un paio di passaggi a vuoto deprimenti.
Ma le vette del magnifico e seducente "Finally we are no one" rimangono ancora lontane.

country joe ha detto...

Anche per me non è il loro capolavoro, molto meglio del penultimo, però.
Altri ascolti autunnali?

paulette ha detto...

five leaves left, un classico