domenica 17 ottobre 2010
Svanito l’effetto sorpresa, è sempre piu’ difficile per Antony mantenersi all’altezza delle aspettative (enormi) di pubblico e critica specializzata.
L’ex-pupillo di Lou Reed – dopo l’antipazione dell’EP Thank You For Your Love, con cover di Dylan e Lennon (Imagine) – è di nuovo sulla breccia con il suo quarto lavoro, Swanlights (vocabolo di sua invenzione), che raccoglie in un elegante book anche scritti, fotografie e altre opere visuali realizzate dall'eclettico artista newyorkese.
Il primo impatto è che Swanlights sia un’opera piu’ positiva, piu’ spensierata.
I’m in love è addirittura quasi gioiosa (quasi, ho detto…), Thank You For Your Love è un soul ‘60.
Oddio, non mancano i consueti momenti di grande tensione, come la commossa The Great White Ocean, sentito omaggio ai genitori, o The Spirit Was Gone, o ancora la title-track, psichdelica e criptica.
Tuttavia l’atmosfera che si respira è in qualche modo meno drammatica, meno tetra.
Forse a scapito della compattezza e dell’omogeneità che invece aveva caratterizzato la produzione precedente. Lo ammette lo stesso Antony a Rockol.it: “Non è lineare come i miei precedenti, in effetti. Io lo trovo decisamente più caotico. Dotato di molte più sfaccettature. Ho voluto creare un inizio e una fine (con ‘Everything is new’ e ‘Christina’s farm’), per suggerire che esiste comunque un ordine, un sistema. Ma per me si tratta soprattutto della sovrapposizione di strati, di punti di vista, di stati emotivi”.
Non è il miglior disco di Antony, questo è certo, e in qualche passaggio affiora un po’ di stanchezza.
Ma è sempre un gran bel sentire.
Nella versione deluxe, bonus track il duetto con Bjork in lingua islandese (Fletta).
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