sabato 6 novembre 2010
The loner
Alienato e disturbato, a tratti persino paranoico, la nuova ed ennesima fatica di Neil Young è un ascolto tutt’ altro che scontato.
Cavallo pazzo – stavolta senza i fidi Crazy Horse - canta con voce straziante accompagnato solo dalla sua chitarra – mai così distorta – e da una sequenza di rumori, feedback, riverberi elettronici ed echi (il titolo Le Noise è una sin troppo esplicita dichiarazione di intenti, oltre a un gioco di parole con il nome del produttore Daniel Lanois). L’artista canadese, d’altro canto, non è nuovo ad amplificatori a balla e ad arrangiamenti noisy: da qui la stima smisurata e incondizionata di band storiche come Nirvana e Sonic Youth (e nostra). La particolarità, stavolta, è che in nessuno degli otto pezzi della scaletta compaiono le percussioni.
La sensazione è che la sovrastruttura – sobria e non invadente, ricca di sottili sfumature - messa in piedi dall’alchimista Lanois aiuti sia i brani piu’ deboli e prevedibili (Someone’s Gonna Rescue Me, Angry World) sia quelli invece davvero notevoli, come l’opener Walk With Me, il singolo Hitchhiker e la conclusiva, oscura, Rumblin’.
Convincono meno le consuete ballate acustiche, ovvero la delicata Love And War – dal testo terribilmente retorico: “ho visto un sacco di giovani uomini andare in guerra e lasciare un sacco di giovani spose ad aspettarli. Le ho viste cercare di spiegare ai loro figli e ho visto un sacco di loro non riuscirci. Hanno cercato di spiegare perché perché il papà non tornerà mai più a casa…” - e la lunga e un tantino noiosa Peaceful Valley Boulevard.
Noi di PiacenzaSera salutiamo dunque uno dei nostri eroi di sempre, apprezzandone il coraggio e la voglia di sperimentare, di mettersi continuamente in discussione.
Diciamo la verità, non avremmo in nessun caso infierito su di lui.
E’ come quando un vecchio zio a cui vogliamo bene ci mostra orgoglioso i suoi presunti progressi con il pennello: davanti ai suoi paesaggi bucolici in acrilico, con le vacche al pascolo o le barchette che solcano il fiume, mica possiamo dirgli che sono delle croste abominevoli.
Gli diciamo:
Uhm, niente male, zio. No, davvero, mi piace.
E’…. e’…. è…. sì, mi piace.
Sul serio.
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