martedì 23 novembre 2010

Persino l'Oregon è meglio che qui


Puntualmente, in questo periodo esce una serie impressionante di lavori in grado di scombussolare, e anche di sovvertire, la ormai costruenda classifica di fine anno, che uno già ci mette il suo bell’impegno perché non è mica facile, men che meno quest’anno che in giro non ci sono padroni (e forse nemmeno padroncini).

Uno di questi lavori è senza dubbio l’album d’esordio (per la loro label personale, la Provenance Records) dei Tu Fawning, splendidi outsider da Portland, Oregon
Si sono fatti conoscere come supporters dei piu’ noti Menomena - anche loro di Portland, Oregon - autori nel corso del 2010 di Mines, un interessante art-rock con inclinazioni progressive e pulsazioni etniche.

Hearts On Hold è un disco dalla venatura dark.

L’incedere marziale della opener Multiply A House chiarisce da subito il contesto: il lamento funebre di Corrina Repp riporta alla mente la irripetibile stagione di This Mortail Coil e Dead Can Dance. La successiva The Felt Sense mette in mostra invece un drumming teso e nervoso, droni tastieristici e un coro campionato di indubbia efficacia. Ma è con il tango da cabaret di Sad Story e, ancor piu’, con la sobria The Mouth Of Young (con un canto a la’ Nico e una soluzione ritmica schizoide) che ci rendiamo conto di essere davanti a un piccolo capolavoro.

Il disco si mantiene su livelli ottimi, con una Apples and Oranges in territori Arcade Fire, la litania di Just Too Much, la quasi psicho Lonely Nights (non a caso qualcuno ha scomodato i Flaming Lips) e la suggestiva Diamond In The Forest – già edita in passato per sola voce e piano – quasi un omaggio ai maestri Menomena.

Il finale è eccelso, con una I Know You Know che mescola con sapienza sfumature anni Quaranta (Billie Holiday), chitarre abrasive e fisarmoniche gitane, cori terribilmente tetri e un trip-hop tipo Portishead.

Che dire: li ritroveremo nel classificone, e molto in alto, penso.

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