domenica 10 agosto 2008

Per un blog ci vuole una buona dose di autoironia, c'è sempre il rischio di prendersi troppo sul serio.

Nel presentare il suo, di blog, Richard Thompson - geniale autore di Cul de Sac, una divertentissima strip ambientata in un'anonima cittadina del middle America - scrive:
"la blogosfera, una comunità virtuale di web logs interconnessi, ha annunciato oggi l'aggiunta del suo ennemiliardesimo membro quando la Signorina Myrna Hummel ha lanciato il suo blog, "I PENSIERI A CASACCIO DI MYRNA".
Il primo post, "FORSE QUESTO PREPARATO PER FRITTELLE E' VECCHIO", è stato rapidamente linkato da oltre 5 milioni di blog e si adatta perfettamente al non dichiarato mandato della blogosfera:
* la diffusione di aneddoti e osservazioni privi di senso;
* l'espressione di opinioni mal informate;
* la circolazione di foto di gatti.
In effetti, il bloggare gatti è motivo di preoccupazione. I bloggers sono così in sovrannumero rispetto ai gatti che c'è una forte penuria di gatti non bloggati."
(http://richardspooralmanac.blogspot.com)

Di gatti a Fiorano non se ne vedono più, proprio adesso che sarebbero stati così utili con tutte queste pantegane.
Però c'è Oscar.
Il blog di CJ potrebbe, allora, occuparsi di Oscar.
Ieri, io e Agnese l'abbiamo portato a fare il bagno in Trebbia. Siamo andati su una spiaggetta di sassi bianchi vicina alla confluenza del Dorba, sotto la rocca di Caverzago. Avreste dovuto vedere com'era contento. E anche Agnese lo era.
Cazzo, il vecchio Oscar sono già otto anni che sta con noi.
Una presenza sempre più silenziosa, a tratti impalpabile, discreta: ormai si agita solo se c'è in giro una spiedata...
Ma ne ha combinate di tutti i colori, in questi anni. Dagli incontri ravvicinati con il rottweil dei napoletani del villone qui sopra, alle due ferite che ha inferto al golden del barbiere. Persino il bastardino di mio cugino, circa un anno fa, se n'è tornato a casa con un bel buco in un orecchio. L'aveva sigato tutta la sera, però, mi disse Sandra.
L'episodio più memorabile rimane quando, saranno stati tre o quattro anni fa, la nostra vicina Linda lo trovò alle sei del mattino appeso a una ringhiera insanguinata, nei pressi del ponte di Statto. Aveva un'asta di metallo infilata nello scroto, lo stronzo, tanto che le operazioni per liberarlo durarono diversi minuti, alla Linda toccò sguainarlo a mani nude. Il veterinario dovette somministrargli parecchie dosi di anestetico per riuscire a curarlo a dovere. Poveraccio, era là, piegato sul lettino, con la sigaretta in bocca e la barba poco curata - l'avevo tirato giù dal letto alle sei e mezzo - impassibile nel suo lavoro di cucitura. E' stato fortunato, mi disse. La spranga si è infilata proprio tra i due testicoli. Poteva andargli molto peggio. Cazzi suoi, pensai. Questa volta, fuor di metafora. Alla fine delle operazioni, che durarono tre ore o poco più, il tipo mi chiese 70 euro, Iva compresa. Io ne avrei chieste 700, risposi io, ringraziandolo.

Mezzo labrador, mezzo pastore maremmano, Oscar è proprio un bell'incrocio.
Così almeno ha sentenziato l'esperto del canile, quando siamo andati a prelevarlo, anche se il suo pelo folto e gonfio a noi ricorda più i canidi da slitta, tipo samoyedo. Ero andato ai primi di ottobre là, l'anno era il 2000, per regalare un cane a Gio Jr. Non ne avevo mai potuto tenerlo uno, in città. Mia madre diceva sempre che lo vietava il regolamento di condominio. Allora perchè i signori del terzo piano tengono Jack, un fottuto cocker che scivola sempre con le sue zampone sulle scale appena lucidate dalla Nanda? Perchè Jack è vecchio, rispondeva lei. Cos'avrà mai voluto dire, non lo so.
Tornando al canile, successe che dopo aver visitato decine e decine di gabbioni di ferro zincato accompagnato dall'incessante guaire dei poveri reclusi, ancora non ne avevo trovato uno che mi sfarfallasse. Erano tutti dei bastardini piccoli e tozzi, spelacchiati e dallo sguardo triste. Stavo già male al solo pensiero di ritirarmi dalle mie intenzioni, dopo essere entrato nel recinto principale con tronfie dichiarazioni circa il mio volerne adottare uno. Avrei deluso le aspettative dell'assistente, una tipa che amava i cani più degli uomini, parole sue. Allora le domandai come mai non ci fossero cani di grossa taglia. Perchè non me lo hai detto prima, mi fece lei, quelli lì non li vuole mai nessuno, sono troppo impegnativi. Così, appena entrai nel reparto dei bestioni, fu Oscar che scelse me, aggrappandosi furiosamente alla rete, cercando di leccarmi una mano per dimostrarmi tutto l'affetto che avrebbe saputo, e voluto, donarci.

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