martedì 21 ottobre 2008

Tanz bambolina


Mi piace portare Agnese all'asilo, anche se non riesco a farlo poi così spesso.
Lei, invece, viene poco volentieri con me, un pò perchè adora sua madre, un pò perchè, sostiene lei, il seggiolino della mia auto è molto scomodo e quindi non riesce a schiacciare l'ultimo pisolo prima di arrivare a destinazione.
Così devo convincerla con metodi abietti, ovvero devo letteralmente comprarla.
A volte le prometto i soldi di cioccolato, un suo autentico "must", anche se il problema è che ormai non li vende più nessuno, è roba datata, nemmeno la cioccolateria sotto lo studio: li tengono solo sotto Natale, mi dicono. E allora non mi resta che andarli a cercare all'Autogrill, cazzo, davvero comodo.
Oppure le permetto di portarsi dietro, a titolo di risarcimento morale, quantità assurde di giochi e bambolotti, che sono in grado di consolarla come una coperta di Linus.
Stamattina, per dirne una, abbiamo caricato Chicken Little su un passeggino di Ciccio Bello.
Avreste dovuto vedere la faccia della sua maestra, mentre commentava con evidente disapprovazione l'ennesimo trasloco.
Io dico sempre all'Agnese: guarda che la maestra si arrabbia, ma lei alla fine l'ha sempre vinta, la piccola testolina di cazzo.

Avete presente quegli articoli sui giornali che tracciano l'identikit del padre moderno, immaturo e poco autorevole, che lascia alla madre - che già deve fare tutto il resto - il compito di dire di no?
Ecco: quello sono io.

Durante il viaggio, invece, comando io, ho la situazione sotto controllo.
Niente canzoncine per bambini.
Ho fatto credere a mia figlia, con una pietosa menzogna, che non esistono ancora sul mercato i cd con la sigla di Heidi o degli altri cartoni animati.
Lei l'ha bevuta.
Per ora.
Il suo preferito, adesso che sono in piena fregola anni '80, è Camerini.
"Tanz Bambolina", soprattutto.

Al nostro arrivo all'asilo, mettiamo in scena - ormai da due anni - la solita gag sul menù del giorno.
Lei mi chiede di leggere cosa c'è scritto sulla lavagnetta collocata proprio all'ingresso.
Io allora inizio:
- "Minestrina in brodo con topo morto",
oppure:
- "Formiche arrosto con contorno di farfalle e vermi disossati" (tanto lei non sa che sono invertebrati, ndr),
o anche:
- "Ali di pipistrello alla griglia in pasticcio di medusa e alga marina",
eccetera eccetera.
E lei ride.
Da quasi due anni.
Scrolla la testa ridendo e mi fa, non è vero, papà, ma cosa dici.
No, no, è tutto vero, rispondo io, tuttavia senza risultare essere troppo convincente.

Dopo aver oltrepassato l'androne, dove l'acre odore dei prodotti disinfettanti ci avvolge senza possibilità di scampo - non ho ancora capito cosa cazzo usano, forse uranio impoverito - facciamo ingresso nella grande stanza dei giochi, dove già un esercito di piccoli bastardi salta strilla e schiamazza senza sosta.
E qui succede una cosa strana.
Vado incontro ai bambini che conosco, normalmente figli di amici e amiche, faccio per dire due loccate con loro, e loro - gli stessi che quando ci vediamo fuori dall'asilo non mi mollano per un attimo - non mi cagano di striscio.
Mi guardano, guardano i loro compagni con aria interrogativa - del tipo: ma chi è questo stronzo? - e poi si girano dall'altra parte.
Cioè: si vergognano di me.

Sono davvero dei piccoli bastardi.

Allora saluto con un bacio in fronte Agnese, che nel frattempo si è messa il grembiule a quadretti bianchi e rosa, che sembra una tovaglia per la colazione, e due buffe pantofole con su un ippopotamo - non due ippopotami, ma un ippopotamo tagliato in due tronconi - e mi dirigo verso l'uscita.
Appena fuori, entro nel bar lì a fianco per bere un caffè.
La coppia di gestori è simpatica come un gatto sui maroni, normalmente mi servono il caffè con lo sguardo fisso sul monitor a cristalli liquidi collocato sul muro proprio alle mie spalle, di solito sintonizzato sulla replica di una merda di reality show.
D'istinto, stamattina, mi giro anch'io verso la tv.
C'è Mtv.
Il video non mi è nuovo, e nemmeno la musica.
Cazzo, sono i R.E.M.!, mi dico, ma non riconosco il pezzo. Lascio scorrere le immagini postmetropolitane sullo schermo e penso, sarà di uno degli ultimi album, li ho sempre un pò sottovalutati, gli ultimi album dei R.E.M., ma questo pezzo non è male.
Finalmente compare in sovraimpressione il titolo del brano: "Man-size wreath".
Lascio un euro sul bancone ed esco dal bar, canticchiando ancora "Man-size wreath".
Appena arrivo in studio, mi dico, vado sul sito dei R.E.M. e mando una mail di scuse.
Ehi, Michael, gli scrivo: Cazzo, davvero niente male, "Man-size wreath"!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sei un idolo gio...io e la marty abbiamo riso due ore...

Steve ha detto...

Ehi Johnny, guarda che mia moglie, la maestra di tua figlia, ha letto "Tanz bambolina" e ha capito chi è il genio che permette all'Agnese di riempire ogni giorno di giochi gli armadietti dell'asilo!
Scappa!

Gbattm ha detto...

Sono solo illazioni, stamattina per esempio siamo partiti a mani vuote (veramente in parziale contropartita ho accettato che la bestiolina sgranocchiasse due spaghetti crudi seduta sul suo seggiolino...).
Tra l'altro tua moglie non c'era, non c'è mai all'asilo.
Dove si nasconde, nell'ufficio dell'uomo con l'occhiale basculante?
Meglio non indagare...