Il cugino più di tutti (tra quelli maschi, ovvio), Andrea - noto estimatore del Drugo: con il tempo ho imparato a considerare l'amore incondizionato verso The Big Lebowski come una chiara discriminante che individua le persone che mi piace frequentare - mi ha inviato un prezioso articolo uscito sull'ultimo numero di D di Repubblica, riguardante il mondo del Lebowski Fest.
Lo posto qui sotto (cliccando sulle immagini le ingrandirete sino a renderle, più o meno, leggibili).
Qualche giorno fa un altro amico, Daniel, mi ha portato in dono un bel volume, su carta patinata, sui più grandi film di tutti i tempi.
A casa, sfogliandolo con attenzione, mi accorgo dell'assenza, a dir poco clamorosa, del capolavoro dei fratelli Coen.
Allora gli invio un sms, con cui dico, grazie, davvero bello, ma non c'è il Drugo.
Lui mi risponde, è vero, ma devi tener conto che lui ormai esula dalla storia del cinema, lui fa parte a pieno diritto della storia della filosofia.
La sua risposta, a caldo, non mi sembra convincente, ma poi più ci penso più mi accorgo che, sì, cazzo, bisogna ammetterlo, il Drugo è stato uno dei più grandi pensatori del XX secolo.
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