venerdì 17 aprile 2009

QUASI COME KEROUAC, 08


July 26th, PRIMA PARTE

Il mattino di Flagstaff non ci riserva sorprese.
Appena superata la soglia del sordido motel, veniamo letteralmente investiti dalle folate di vento caldo: le fresche foreste di abeti del Prescott National Park sono solo un ricordo.
Tuttavia, per me non va poi così male: durante la notte ho pagato duramente il freddo patito a causa delle discussioni sui marcipaiedi notturni.
Nemmeno il tempo di mettere sotto i denti qualcosa e siamo già in viaggio. Il programma di oggi è assai ricco, infatti, dobbiamo attraversare il nord dell'Arizona, e dunque dobbiamo cercare di guadagnare ora tutto il tempo possibile.
L'umore della truppa è ottimo.
Il morale alto.
D'altro canto, a parte qualche piccolo disguido - quei piccoli problemi intestinali di stanotte, ad esempio - tutto procede per il verso giusto.

Dopo aver percorso neanche trenta miglia, ci ritroviamo in mezzo ad un altopiano desertico, sito a oltre 1700 metri sul livello del mare. Non pare davvero di essere così in alto!
Ammiriamo questa landa desolata, resa spettacolare dal contrasto cromatico tra il terriccio bruciato dal sole, di colore rosso fuoco, la sabbia grigiastra e lucente, ed infine gli sparuti arbusti che - con chissà quale coraggio - sono cresciuti quà e là, come i peli della barba di un ragazzo ancora adolescente.
Che si tratti davvero di una terra di nessuno, ce lo ricorda adesso la segnaletica arrugginita: Diablo Canyon, mentre più avanti "Green River" nasconde forse il miraggio dell'acqua.

La prima sosta, d'obbligo, è per la visita del Meteor Crater, nei pressi di Winslow, ovvero un enorme cratere - il cui diametro è pari a più di 1200 metri, e una profondità di 170 metri - venutosi a creare con ogni probabilità in seguito a una collisione con una meteorite, circa 49.000 anni orsono.
Anzi, per Wikipedia è il cratere meteoritico per antonomasia. Si presume che il meteorite, o meteora come gli astronomi definiscono questi oggetti una volta entrati nell'atmosfera, sia arrivato da nord, ad una velocità di circa 70.000 km/h; è stato stimato che a questa velocità, la distanza che separa Roma da New York, è stata percorsa in circa 7 minuti. Ovviamente l'impatto è stato devastante, in quanto l'energia sviluppata è stata l'equivalente a quattro volte la bomba di Hiroshima.
Con la differenza che qui non c'era un cazzo di nessuno.
Per un'inspiegabile legge della fisica, sembra che il Meteor Crater sia stato causato da un meteorite assai piccolo, il cui nome è appunto Canyon Diablo, avente un diametro di appena 25-30 metri.
Il paesaggio è lunare.
Seduti sui bordi sfilacciati, a noi l'enorme buco sembra un lago senz'acqua, banalmente.
Ma poi che acqua vuoi trovare in queste regioni aride?

Abbandonato il cratere, ci divora presto un dubbio atroce: svoltare a nord verso la 87, e così attraversare il Plateau e le riserve dei nativi Hopi - e vedere da vicino le reali condizioni di vita di questi che sono davvero gli ultimi, i più perdenti nella spietata corsa al Grande Sogno Americano - oppure proseguire sulla Statale 180 in direzione del Painted Desert, il deserto dipinto, e la Petrified Forest, la foresta pietrificata, una distesa infinita di tronchi e di rami di pietra fossile.
Comunque decidereremo, la scelta comporterà un grande sacrificio, tuttavia inevitabile.

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