domenica 5 aprile 2009

QUASI COME KEROUAC, 07

(July, 25th - TERZA PARTE)

Alle cinque della sera - involontario (e ante litteram) omaggio al blog di Jr, una lettura immancabile - dopo aver attraversato il Dead Horse Ranch State Park (letteralmente "Parco Nazionale del Ranch del Cavallo Morto", qui con il naming vanno giù pesante...) raggiungiamo la 271, e di qui la Highway 17 che imbocchiamo in direzione Flagstaff.
La strada, ancora una volta, corre diritta fino all'orizzonte.

Improvvisamente, sulla carreggiata opposta alla nostra, si materializza un piccolo uccello dalle piume variopinte e dalla cresta in stile punk. Non ci sono dubbi: è un roadrunner. Avete capito bene, proprio quel fottuto animaletto che da sempre si prende gioco del nostro idolo Willy. Vorremmo vendicarci di lui, ovvero vendicare tutte le angherie che è costretto a subire il simpatico coyote, e dunque ci piacerebbe stendere sull'asfalto luccicante quel piccolo bastardo di un pennuto, che invece zampettando si allontana nella brughiera arsa al sole.
Se almeno avessimo con noi la valigetta dell'ACME...

Arriviamo al Montezuma Castle, in località Valle Verde, nel tardo pomeriggio.
Il suo nome deriva dal fatto che quando gli Spagnoli, che battevano la zona in cerca delle mitiche città d'oro, videro queste abitazioni rupestri - che le antiche popolazioni Sinagua costruirono nelle grotte naturali che si aprivano nella parete rocciosa, probabilmente per motivi legati al clima - furono tanto impressionati che pensarono si trattasse del castello che gli Aztechi avevano costruito per il loro imperatore durante la ritirata.
Di fatto Montezuma non arrivò mai tanto a nord, ma il nome piacque e rimase.
Dal sito http://www.usaontheroad.net apprendiamo inoltre che a Montezuma Castle si sviluppò un complesso di venti stanze che ospitò una comunità di circa trentacinque persone per oltre tre secoli.
Intorno al 1400 la popolazione improvvisamente scomparve, e il motivo rimane ancor oggi un mistero.

E poi siamo di nuovo in viaggio.
Lasciamo la Highway 17 per la strada locale 179, che porta anch'essa a Flagstaff.
Good Idea.
Sedona è un piccolo centro turistico immerso in uno straordinario scenario di catene rocciose, molto simili alle nostre Dolomiti.
Al tramonto, la vecchia Camry si snoda leggera tra le rocce che si tingono di rosso vermiglio. Non a caso questo posto lo chiamano Red Rock Country.
E' uno spettacolo da lasciare senza fiato.
Avvistiamo un lupo spelacchiato ai bordi della strada. Per un istante, i nostri sguardi si incrociano attraverso il parabrezza ricoperto di polvere rossa. Sembra impaurito, e si dilegua tra i cespugli di ginestra.
Quando il sole è ormai basso all'orizzonte, la strada inizia a scendere e si insinua nel lussureggiante Oak Creek Canyon, dove un'improvvisa vena d'acqua garantisce la sopravvivenza di alcuni chilometri di boschi di querce.
Adesso che è sceso il buio, possiamo solo godere del fruscìo del vento che sferza le chiome maestose degli alberi e anche del rumore allegro del ruscello che scorre qualche metro sotto di noi, alla nostra destra.
Inseriamo nel lettore un vecchio disco di Muddy Waters: vedi il caso, il suo nome d'arte ("acque fangose") deriva da un soprannome datogli dalla nonna per via della sua abitudine di sguazzare nel fango in riva al Mississippi.
Il suo blues scarno e persino sporco ci accompagna lungo l'ultimo tratto di strada, stasera.
E io ho la pelle d'oca.

A Flagstaff divoriamo alcuni tranci di pizza di Little Caesar seduti su un marciapiede di una via deserta. Io provo quello con salame a ananas, un classico da queste parti: è la mia componente masochista che ogni tanto esce allo scoperto.
Tira una piacevole brezza notturna, per cui ci fermiamo fino a tardi, sempre lì seduti sulle fredde lastre di pietra, discutendo di politica e di religione.
Infine alloggiamo nel solito, triste e squallido, motel.
Le docce non funzionano, i fiotti di acqua gelida scendono a singhiozzo, e neppure le porte si aprono, per entrare nella nostra stanza dobbiamo fare leva con tutto il nostro peso e rischiamo di sfondare tutto.
Ma la stanchezza è tanta, per cui non c'è da andare troppo per il sottile.
E poi noi siamo gente che si arrangia, cazzo.

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