domenica 7 settembre 2008

TACCUINO DI PUGLIA, 01

13.08

La strada verso il Divertimento è quasi sgombra, a quest'ora della sera, per cui il viaggio verso sud procede senza intoppi. Niente esodo, e niente bollino rosso, almeno stavolta.
Cervia, Milano Marittima, Riccione, Rimini, sfilano via senza rimpianti.
Con il buio, il vuoto della grande pianura sembra fare meno tristezza.
La luna piena campeggia in un cielo color viola elettrico.
In mezzo al nulla, i tralicci dell'alta tensione brillano in modo sinistro.


Se vogliamo essere pignoli, qualche intoppo c'è.
Il lettore cd, un Blaukpunt piuttosto datato ma finora funzionale all'uopo, nel senso che aveva sempre fatto il suo dovere, stasera non va. Inserisco il disco, ma il bastardo, dopo aver rimuginato inutilmente una decina di secondi, me lo restituisce puntuale. Io riprovo, lui risputa. Ancora. Faccio un tentativo con la Winehouse. Niente da fare.
Non rimane che accendere la radio. Cristo. Non si riesce a trovare una stazione decente. Cerco di sintonizzarmi su Virgin, ma non c'è. Radio Capital è disturbata parecchio, ma non ho alternative. A parte Radio Maria, è chiaro. E' un classico. Puoi trovarti in qualunque parte del paese, nel deserto, sulle vette delle più alte montagne, in una grotta: stai pur certo che Radio Maria ti trova, con quelle voci cantilenanti, tetre e tristi, che solo a sentirle ti senti in colpa per tutti i tuoi peccati in pensieri, parole, opere e omissioni. E poi anche Subasio: questo invece è un dilemma, un incubo ci perseguita da anni. Di dove cazzo sarà mai questa stazione radio? Se volete sapere il mio parere, questi qui si informano sul nostro itinerario prima che noi partiamo, e poi ci inseguono spostando le loro postazioni...
E' un vero peccato, fortuna che ho l'iPod di riserva, per i lunghi tratti in autostrada mi tornerà utile.
Per il resto, sembra tutto ok.
L'Arca America è supercarico, i gavoni sotto i sedili sono stipatissimi di vettovaglie, cibarie e stoviglie, mentre gli sportelli in alto si chiudono a fatica per il vestiario da contenere, le biciclette sono sul retro, i libri, le mappe e le guide sono state accuratamente selezionate, non manca proprio nulla.
La sosta all'Autogrill - il più perfetto tra i nonluoghi nostrani - è inevitabile, quasi un rituale arcaico. Non puoi dire di essere veramente partito se prima non ti schiaffi nella pancia un Camogli o un Fattoria. O un panino con la cotoletta: il Gio se lo fa non appena entra in autogrill, a qualsiasi ora del giorno o della notte, deve essere un riflesso incondizionato. Segue tour forzato tra prosciutti al pepe nero e orrendi pupazzetti che intonano canzoni natalizie, anche in agosto, lì trovi sempre lì sugli scaffali, come un cattivo presagio, a me viene sempre in mente una di quelle freddure che giravano all'epoca delle Medie, quella sul tipo che faceva l'albero di Natale in giugno perchè aveva scoperto di essere malato.

(Ecco la mia personalissima classifica degli acquisti da Autogrill:
1. TUC
2. TOGO (per un certo periodo ho persino pensato li vendessero solo lì)
3. MADELEINES AL COCCO
4. CACCIATORINI BERETTA
5. GOMMOSE A FORMA DI SCARPA)

14.08

Dopo il riposo notturno, in un'area attrezzata nell'entroterra marchigiano, il mattino seguente siamo pronti a ripartire.
L'armonia del paesaggio collinare, punteggiato da filari di ulivi, piccole querce e alberi da frutta, è riposante e mette di buon umore.

Nessun commento: