giovedì 17 marzo 2011


Dopo oltre cinque anni d’attesa esce in Italia il prossimo 22 marzo (il giorno prima negli USA), ma da oggi è possibile ascoltare in streaming sul loro sito ufficiale - http://new.thestrokes.com/featured/listen-to-angles-here - il nuovo e quarto album degli Strokes: PiacenzaSera non si è lasciata scappare l’occasione per darvi qualche anticipazione.

Non appena ripresi dallo shock derivato dalla bruttezza infinita della cover – un Escher psichedelico e anche un po’ daltonico – ci buttiamo dunque nell’ascolto di Angles, anticipato dal bel singolo Under Cover Of Darkness, disponibile sul web dall’inizio di febbraio.
Era impensabile – specie dopo il flop del penultimo, scialbo, First Impressions Of Earth – proseguire sulle tracce sin qui battute, ovvero il loro garage-rock fatto soprattutto di chitarre, scarno eppure melodico; poiché si sono perdute la freschezza e la spontanea degli esordi (che noia Taken For A Fool, e anche Gratisfation non è una novità).
I newyorchesi – non senza turbolenze e litigi: il leader Casablancas non ha partecipato alle prime sessions per non turbare i compagni - tentano allora la carta di un disco meno compatto ed essenziale, piu’ sfaccettato e anche – è ovvio - disomogeneo.
La novità è rappresentata dal massiccio utilizzo di tastiere e di campionamenti. Figuratevi che l’opener Macchu Picchu parte che sembrano i Men At Work di Down Under! Games, Life Is Simple In The Moonlight e la notevole Two Kind Of Happiness recuperano invece un’atmosfera New Romantic.
Fin qui i pezzi piu’ pop.
Poi c’è il tentativo di fare un pò di sperimentazione, un pò di ricerca.
E va decisamente peggio.
You’re So Right tenta la strada dell’elettronica un po’ ostica dei Radiohead di inizio decennio (lo scorso), ed è una strada, si sa, impervia e disseminata di trappole; Metabolism scopiazza invece il prog degli ultimi Muse, enfatico e magniloquente.

Correndo il rischio di prendere un granchio – l’ascolto in bassa fedeltà probabilmente non rende giustizia al loro sound, piu’ ricercato che in passato – ci azzardiamo ad affermare che, ancora una volta, la band di Julian Casablancas non regge la lunga distanza, confermandosi essenzialmente una band da singoli.

3 commenti:

Ivan Pasinato ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Ivan Pasinato ha detto...

ooohhhh ragazzi adoro gli Strokes, ma non ho capito: consigliate o no l'ultimo album? Calcolate che il mio preferito è "Is This It"!!!!!

country joe ha detto...

L'album alterna cose buone, tra le quali il singolo, e altre assai meno: per noi se ne può fare a meno