giovedì 10 marzo 2011
PiacenzaSera ha ascoltato per voi il quindicesimo titolo dell’ormai sterminata discografia dei R.E.M., nei negozi e in download da ieri martedì 8 marzo.
Il primo approccio – nonostante le difficoltà legate all’immensa e immutata stima nei loro confronti e nonostante la puntuale stroncatura da parte della critica piu’ alternativa (con una puntualità che lascia qualche sospetto sul suo effettivo ascolto) – è positivo: belli la cover e il packaging a cura del grande fotografo Anton Corbjin, e un singolo divertente e orecchiabile, quell’Uberlin disponibile sul web da alcune settimane; a dire il vero, la casa discografica ha scelto diversi singoli per i vari territori: una più rock per l’America, Mine Smell Like Honey; UBerlin per l’Europa e Oh my heart – non se ne capisce il motivo - per la Germania.
Il lavoro è vario e mai annoia, come invece alcune delle ultime fatiche del terzetto di Athens, e anche il lungo elenco delle collaborazioni e dei cameo (ottimo il duetto con Peaches nella tirata Alligator Aviator Autopilot Antimatter, poi Eddie Vedder e Patti Smith) non disturba troppo, anche se nel caso di quest’ultima, la conclusiva e acidissima Blue assomiglia davvero troppo a E-Bow The Letter: d’altro canto, i remake di vecchi pezzi è una malattia conclamata degli ultimi R.E.M..
Certo, il confronto con i capolavori del passato – dal lontanissimo Murmur e Life Rich Pageant a Document, forse il piu’ bello di tutti, da Out Of Time ad Automatic For The People, fino a Monster – è implacabile, e, per dirla tutta, assurdo.
Il sound è il loro sound classico, curato e inconfondibile; molto mestiere, inventiva meno. In generale le ballate acustiche (Walk It Back, la filastrocca Every Day Is Yours To Win, Oh My Heart) si fanno preferire ai pezzi elettrici, spesso derivativi e raramente graffianti: Discoverer ricorda Finest Worksong, Mine Smell Like Honey sembra uscire da Life Rich Pageant.
Sul web è iniziato il dibattito tra chi, nostalgico, apprezza a prescindere: “a me va bene così: che i REM suonino come i REM”, e chi, invece, lo considera un disco inutile: “c’e’ troppa musica e troppo poco tempo e denaro per un disco come questo”.
Per noi, a prima botta, mantiene l’impostazione sobria e asciutta del penultimo lavoro Accelerate – benché molto meno aggressivo - e si va a posizionare almeno una spanna sopra il dittico Reveal/Around The Sun.
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