domenica 6 marzo 2011


Tornano di moda gli pseudonimi.
(I nostri preferiti di sempre restano Captain Beefheart, Dr. Octagon e – per ovvi motivi - Country Joe & The Fish).

Nota al pubblico per essere stata l’ultima compagna di Jeff Buckley, la polistrumentista Joan Wasser – in arte Joan As A Police Woman – è da tempo un punto di riferimento per l’universo indie femminile (da noi, sua grande ammiratrice è Cristina Donà, che in gennaio ha dato alle stampe l’ottimo Torno A Casa A Piedi).
La sua quarta fatica, intitolata The Deep Field, è un ascolto assai gradevole: molto black, permeato da venature soul (Marvin Gaye) e da reminiscenze funky (Prince), declinati però in maniera raffinata e personale, tutt’altro che convenzionale, così come sono riusciti a fare anche i Black Keys la passata stagione.
Ascoltate il bel singolo The Magic, per esempio, o le sensualissime The Action Man e The Specific Kiss (Sade). Su un registro piu’ cantautoriale si muovono le eccellenti Forever And A Year e Flash, che a noi ricorda i primi Radiohead. Poco convincente è invece il contributo del pur solitamente bravo Joseph Arthur, che con il suo spoken pseudo-erotico alla Isaac Hayes appesantisce oltre misura Human Condition.

Iron&Wine (“Ferro e Vino”) è invece il moniker del barbutissimo Sam Beam – texano d’adozione ma originario del South Carolina – giunto anch’esso al quarto album, uscito per la storica label 4AD.
Frettolosamente catalogato sotto l’etichetta folk-rock (dal Texas arrivano anche Midlake e John Grant), Kiss Each Other Clean propone una grande varietà di soluzioni sonore: arrangiamenti orchestrali, standard jazz rock a là Steely Dan (Bog Burned Hand), ballate in stile West Coast (Glad Man Singing, Tree By The River), blues e pulsioni etniche (Monkeys Uptown).
I nostri brani preferiti sono il singolo Walking Far From Home, che per la verità non ha le caratteristiche tipiche di un singolo, l’ipnotica Rabbit Will Run e la suggestiva Godless Brother In Love in cui Beam esibisce la stessa tensione emotiva di Rufus Wainwright, oltre all’epico finalone con Your Fake Name Is Good Enough For Me.

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