E’ come quando ti passa a trovare, dopo un sacco di tempo, un vecchio amico.
Lo fai entrare in casa, gli chiedi come va, lo fai accomodare sulla poltrona davanti al camino, gli offri un nocino e poi vi raccontate “dieci anni in poche frasi”: lei che ha lasciato lui, anzi, no, il contrario, lui che è in cassa integrazione, e suo figlio che cresce bene anzi è grasso come un maiale, ingurgita quelle maledette merendine dalla mattina alla sera.
Non vi vedete da anni, ma immediatamente si instaura un clima di complicità e di vicinanza, che è come se in tutto questo tempo aveste continuato ancora a frequentare il bar, ogni fottuta sera, come una volta.
La stessa cosa mi succede con questi due dischi.
Giovanardi è l’ex-cantante dei La Crus – storica band della grande stagione del rock indipendente italico (Afterhours, Marlene Kuntz, Almamegretta, CSI, ecc) e sigla con la quale ha partecipato all’ultimo Sanremo – e anche per lui il tempo è passato: non vi sarà certo sfuggita quella sorta di riporto dall’inquietante tinta Biscardiana, direi un RAL 2009, ad occhio. Questo nuovo lavoro ci è sembrato tutto sommato divertente, seppur non imprescindibile, e contiene, oltre alla già nota Io Confesso, brani orchestrali e musica leggera, oltre ad alcune cover dai mitici anni ’60, come direbbe Minà: Bang Bang (con Violante Placido) e Se Perdo Anche Te. La pecca è Neil Armstrong, dal testo esplicito (“può bastare un passo molto breve, per lasciare tutto alle tue spalle”) ma somigliante in modo imbarazzante a Bianca.
J. Mascis invece esibisce una strepitosa zazzera fluente e color grigio cenere, ed è il leader dei Dinosaur Jr, band campione del noise tornata lo scorso anno con il notevole Farm al livello dei primi anni ’90.
Several Shades Of Why è un disco acustico edito da Sub Pop, che va a colmare un vuoto incolmabile per tutti quelli che – come noi – hanno sempre sperato in un disco unplugged dei vecchi dinosauri e conferma la sua ritrovata vena compositiva.
Depurate dai consueti muri di chitarrone e da feedback e scariche violente di amplificatori, restano le melodie, piacevoli e struggenti, e la voce nasale di un J. Mascis indolente e sempre piu’ clone del suo idolo Neil "Cavallo Pazzo" Young (Can I): le classiche Not Enough, Is It Done e Where Are You non hanno nulla da invidiare al repertorio migliore (Get Me, Start Choppin’, Thumb), la title-track ricorda il folk-rock di C.S.N & Y., e dolcissime sono le crepuscolari Very Nervous And Love e Too Deep, forse la piu’ bella del lotto.
Bravissimo.
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