Il mondo esiste. E questa è una gran bella
notizia. Passato al vaglio dai filosofi un secolo dopo l'altro, scandagliato
dai naturalisti e dai biologi, mappato con perizia sempre crescente dai
geografi, il mondo senza dubbio esiste. In effetti, esisteva ben prima che
filosofi, naturalisti, biologi e geografi ci si mettessero di buzzo buono
perché – dobbiamo dirlo – esisteva ben prima della comparsa dell'uomo, ben
prima della comparsa del babbo dell'uomo (quello peloso che mangia banane e
passa agilmente da un albero all'altro), ben prima della comparsa del nonno
minuscolo dell'uomo (quello fatto di qualche cellula che vagola nei mari) e via
risalire. D'ogni modo, a quanto pare, tra i tanti abitanti che l'hanno gremito
nel tempo e tuttora lo gremiscono, l'uomo è il solo che si è dato la pena di
cercare di capirlo nel suo complesso, da tutti i punti di vista possibili. Ma
sempre partendo da un presupposto: che il mondo è questo qui che abbiamo sotto
i piedi. Non di altro ci si deve occupare.
Nel loro
piccolo, le guide turistiche sono un modo per affrontare il mondo, anche se
quando le prendiamo in mano le consideriamo strumenti d'uso spiccio. A
differenza della maggior parte dei libri non le si legge dalla prima all'ultima
pagina, ma le si consulta saltabeccando qua e là e cogliendo quel minimo che ci
serve: in fondo loro sono solo un mezzo, l'esplorazione del posto in cui ci
troviamo è il fine. Insomma: il ritorno al mondo, è il fine. E tuttavia, col
nostro uso spiccio, forse tralasciamo di renderci conto che comporre una guida
significa compiere tutta una serie di azioni spregiudicate e a tratti
spericolate. Prima azione: rendersi conto di cosa c'è dentro il fazzoletto di
mondo prescelto (città, regione, stato che sia), vale a dire percorrerlo e
considerarlo, allertare i sensi, farsi capienti di impressioni. Seconda azione:
stabilire un'orografia di valori tra tutto quello in cui si è incappati (quali
sono i musei da non perdere?, in quali piazze si è fatta davvero la Storia con
la esse maiuscola?, quali ristoranti è meglio consigliare?, da dove trarre i
souvenir senza che abbiano l'aspetto atroce di souvenir pur essendoli?). Terza
azione: stabilire un ordine in cui rilasciare tra le pagine i materiali di cui
ci siamo appropriati. Quarta azione: trovare uno stile di rilascio che proceda
in equilibrio tra sintesi e analisi, non dilungandosi in frivolezze ma nemmeno
tralasciando quello che è importante dire. Insomma, comporre una guida vuol
dire prendere per le corna il mondo e farci i conti, dando fuori un manualetto
d'uso che sia utile a chi vorrà prenderlo per le corna dopo di noi.
E va bene,
okay, tutto questo è vero partendo dal presupposto che il mondo esista e che di
quel che è nel mondo ci si voglia occupare. Ma se il presupposto invece
cambiasse? Se, pur continuando a esistere il mondo, si volessero esplorare e
inventariare cose che non ci sono, ma potrebbero, messe a fianco di quelle
vere? Su questo presupposto riposa il lavoro compreso nelle pagine seguenti. Si
tratta infatti di una serissima guida a luoghi fantastici, o a dettagli
fantastici di luoghi reali. Il fazzoletto di mondo preso in considerazione è la
provincia di Piacenza, una strana terra che ha tutte le carte in regola per
essere resa fantastica: a partire dalla sua posizione geografica ambigua, che
la rende anfibia tra Emilia, Lombardia, Piemonte e Liguria,
impossibilitata a dedicarsi davvero anima e corpo a una delle regioni, passando
per un clima infarcito di nebbia, vale a dire dell'elemento climatico
che favorisce l'invenzione per eccellenza, per arrivare infine alla tanta acqua
sventagliata nel territorio, tra il Po e i suoi affluenti, e si sa, l'acqua è
quanto di più mutevole si possa trovare ai nostri piedi.
Nella
guida dunque troverete musei, luoghi di rilevanza storica, negozi, ristoranti,
chiese, sotterranei, vie a vario diritto notevoli, aree verdi e quant'altro,
oltre naturalmente a un'appendice dedicata alle principali ricorrenze del
territorio, vale a dire feste e manifestazioni: del resto, in un luogo ci si
reca non solo per visitarlo, ma anche per immergersi nei suoi usi&costumi.
E per una volta, la lettura di una guida vi prenderà dalla prima all'ultima
pagina, non sarà un varco di passaggio per arrivare al viaggio vero e proprio
ma sarà un viaggio in sé e per sé, compiuto e, appunto, fantastico.
Va da sé
che probabilmente desidererete visitare davvero le tappe descritte. O talvolta
farci finire qualcuno che vi sta antipatico (non tutto quel che di notevole c'è
in un territorio è per forza piacevole...). Purtroppo non è possibile. Oppure
sì? A lungo andare qualche cosa colerà fuori dalla guida, attecchirà nella
realtà e crescerà fino a esserci davvero e del tutto? Chi lo sa. La guida è piena
di proposte, adesso sta al mondo accoglierle.
(prefazione di Gabriele Dadati e Giovanni Battista Menzani)