Guardatevi attorno: c'è un esordiente particolare.
Fra le notizie belle di questa settimana che entra c’è che giovedì 21 arriverà nelle librerie L’odore della plastica bruciata, libro d’esordio di Giovanni Battista Menzani. Lo pubblica LiberAria e
si tratta di tredici storie dove forte è l’immaginario espresso, un
immaginario bizzarro e allo stesso tempo sottile, che si pone sotto un
segno: quello per cui il mondo in cui viviamo è esattamente come ci
appare, ma al contempo è anche diverso, perché nasconde nei suoi
anfratti qualcuno che ne paga i conti in maniera inaspettata.
Mi spiego. Nel primo racconto troviamo un outlet come ce ne sono
tanti, con i suoi negozi che fingono di essere piccoli edifici, con la
sua folla festante e quant’altro. Solo che, a differenza degli outlet
che conosciamo, questo ospita anche dipendenti che travestiti da muli
non solo fanno manutenzione, ma portano anche le merci sul dorso dai
negozi fino alle macchine parcheggiate.
Nel quarto racconto ci troviamo a gironzolare tra le baracche abitate da
aspiranti-comparse nei maggiori programmi televisivi: se ne stanno lì a
oziare, bevono e litigano tutto il giorno, aspettando «la chiamata» per
fare il pubblico in un quiz a premi, ma se va bene anche il finto
ospite che racconta la sua finta storia struggente alla presentatrice di
turno (un po’ finta anche lei) in studio. O ancora nel racconto
seguente due agenti ispezionano l’appartamento di un vecchio – come già
in passato – per verificare che abbia rispettato per bene il protocollo,
che si sia attenuto a regole che a mano a mano emergono. E così via. Si
tratta cioè tredici storie in cui i singoli sono sovrastati da un
qualche sistema che li ha integrati – spesso al livello più basso – e li
utilizza per far funzionare le cose a vantaggio degli altri. Li
sfrutta? Li umilia? Può anche essere, sì, ma non è questo il punto. Se
ne serve, ecco. Ed è tutto normale.
Quello che voglio dire è che Giovanni Battista Menzani, col suo libro
bello e sbarazzino, sembra quasi aver portato all’eccesso il nostro
mondo (o aver visto, dentro il nostro mondo, qualcosa che a tutti noi
sfugge) ed essersi dedicato a raccontarlo con estrema precisione, oltre
che con dignitosa vicinanza. I suoi personaggi non sono né patetici né
macchiettistici, semplicemente sono perché così devono essere. Mi fa
venire in mente uno scrittore statunitense tradotto credo con nessun
successo da minimum fax una decina di anni fa, Steven Sherrill, e il suo
romanzo Il Minotauro esce a fumarsi una sigaretta,
storia di M., il Minotauro appunto, che lavora come cuoco in una
bisteccheria e sogna di aprire un chiosco di hot dog per starsene
tranquillo con la ragazza che ama. Che sia un Minotauro non fa specie a
nessuno, e basta.
Giovanni è l’ideatore di quell’impresa che è il Dizionario Biografico Fantastico dei Piacentini Illustri
(PiacenzaSera, 2012), di cui ho avuto la fortuna di essere cocuratore.
Che dirvi? Le sue idee sono così, un po’ bislacche, ma molto sensate. Ne
parleremo insieme mercoledì 20, ore 19, alla libreria Fahrenheit 451 di
Piacenza (sta in via Legnano, a cento metri dal Duomo). Alla fine, tra
l’altro, mi sa che si beve. Se riuscite a passare fa piacere, o se no L’odore della plastica bruciata lo trovate un po’ ovunque il giorno dopo.
(Gabriele Dadati)
http://www.hounlibrointesta.it/2013/11/18/giovanni-battista-menzani-l-odore-della-plastica-bruciata/
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