venerdì 9 novembre 2007


Esce in questi giorni "Comic Opera", l'ultimo lavoro di Robert Wyatt.

Ovviamente, accogliamo la notizia con gioia e trepidazione, anche se si tratta, per la verità, di una raccolta di rarità, b-sides, cover già note e qualche inedito.

Ma si vada poco per il sottile: tutte le volte che il maestro inglese decide di allietarci con la sua voce soave ed eterea e con il suo drumming pacato, noi si gode. Non sarà il suo album capolavoro, ma cara di grazia.

Ne sapremo di più dopo il primo ascolto.

Per ora, possiamo solo apprezzare il titolo, "Comic Opera", che tradotto sta a significare "Opera Buffa".

Ricorda qualcosa?

Un altro grande, Francesco Guccini, al quale Wyatt è accomunato dalla classe, da una bella barba grigio-bianca - a dire il vero quella dello Zio Bob è di un altro pianeta, a questo livello possono competere solo Osama e qualche rabbino - e da simpatie politiche tutt'altro che moderate, ha intitolato così un album goliardico e giocoso di metà anni Settanta: lì sopra c'era la Fiera ad Sen Lazar, il Bello - quello che con la brillantina in testa montava la Gilera - e anche la Genesi ("modestia a parte, certe cose mi vengon da Dio").

Lo stesso Guccini che poco dopo, molto più arrabbiato, molto più avvelenato, scriverà versi al vetriolo sulla critica musicale: "tanto ci sarà sempre, lo sapete, un critico fallito un pio un teorete, un Bertoncelli o un prete, a sparare cazzate".

(Racconta Guccini che Bertoncelli non se la prese, ed anzi che quello fu l'inizio di una bella amicizia) .

Lo stesso Bertoncelli scrive ancora su Linus.

Ecco la sua recensione di "Comic Opera".

Prendete il titolo con beneficio d’inventario e, se proprio, considerate che il disco è più "comic" che "opera": riflessioni fra il dolce e il gioioso, lo smarrito e il malinconico di un attempato Peter Pan che non smette di volare libero su per i cieli della musica, mescolando i colori del suo astuccio ben noto - vecchio jazz buona maniera, etnica del terzo mondo, pop intellettuale, inni politici. Robert Wyatt ha diviso l’opera in tre atti ma è più gioco che realtà, e di certo non uno schema che lo vincola; di fatto, anzi, questo è il suo album più anarchico da tempo, con una serie di idee abbozzate, pensieri da approfondire, pagine non sue (l’iniziale Stay Tuned viene da Anja Garbarek) e anche brani già editi (nel terzo atto briciole ben note di Robert Pollicino, da una versione di Del mondo dei CSI alla Cancion de Julieta di Garcia Lorca fino a Hasta Siempre Comandante Che Guevara, da un album di Maurizio Camardi). Come sempre con il nostro uomo, un album non è merce ma un pezzo di vita, e fare un disco "non un piacere astratto ma uno stare in compagnia. Per questo ho sempre amato Ellington e Mingus, le big band: perchè ogni personaggio di quelle orchestre aveva un carattere specifico e definito, perchè in sala suonavano esseri umani e non solo musicisti".La compagnia di Comic Opera è ben nota, e gradita: Brian Eno, Paul Weller, Gilad Atzmon, David Sinclair, Annie Whitehead la moglie Alfreda e Phil Manzanera, naturalmente, che ha messo a disposizione anche il suo studio.

3 commenti:

Unknown ha detto...

grande... se non fossi sicuro che Bob non si incazzerebbe affatto se il suo album fosse espropriato dal popolo di internet mi verrebbe quasi voglia di comprare il cd originale...

Gbattm ha detto...

non penso che se la prenderà...

Gbattm ha detto...

però procurati anche la cover di alfreda benge, sono sempre così belle...