venerdì 21 marzo 2008

NY 15, GRANT HOTEL


Il Grant Hotel è nel buco del culo di Nuova York.

L'ha scelto DJ Paulette su Expedia.it, ma CJ lo biasima: aveva a disposizione un budget alquanto limitato. E poi il nome, quell'ammiccare al Grand Hotel, meritava di essere in qualche modo premiato. Se provate infatti a digitare "Grant Hotel" su Google.it, verrà fuori: "Forse cercavi: Grand hotel". Forse un bel paio di maroni, cercavo proprio il Grant Hotel...
Un capolavoro del marketing, a CJ vengono in mente le borse dell'Addas che sua madre comprava sul mercato, con quattro strisce anzichè le consuete tre.

E così si ritrova in una misera pensione a 1 stella e mezzo nella Upper West Side, sulla W94 Street, a circa quattro isolati da Central Park, a pochi dal Bronx e a qualche centinaio di metri dalla Baia di Hudson - in verità resa inaccessibile da un groviglio di strade sopraelevate e di piloni in calcestruzzo - mentre i tre grandi atleti riposano al centesimo piano del loro albergo di lusso nella zona centrale del Chrysler Building.

Ma va più che bene.
E' abbastanza pulito e molto economico, e non lontano si trovano la fermata della Subway e uno Starbucks per la colazione: al Grant Hotel, infatti, non gli daranno nemmeno un caffè o un muffin mezzo ammuffito, di quelli da distributore automatico di merendine.
L'unico problema si manifesterà al momento della partenza, quando sparirà la valigietta di CJ dalla stanza dei bagagli, ritrovata improvvisamente solo dopo reiterate proteste e dopo una velata minaccia del tipo "I call the police".

La stanza di CJ è situata proprio alla fine di un corridoio stretto e angusto, dal controsoffitto troppo basso e le pareti color nocciola.
E' la solita stanza da motel, con una moquette color marrone scuro alta un paio di centimetri e un paio di piccole stampe a motivi floreali appese alle pareti spoglie. Senonchè, dopo una breve ricognizione visiva, nota un'assenza: manca la finestra! In compenso, a fianco del letto, c'è una porta dal rivestimento in formica finto legno. CJ la apre e si ritrova in un ripostiglio, dotato di una minuscola feritoia verticale con un vetro smerigliato, con apertura a ghigliottina. Lo solleva e prova a incastrare la testa per guardare fuori. Dopo numerosi tentativi riesce a far uscire mezza testa, il tempo necessario per ammirare un panorama costituito da stretti cavedi, incombenti muri in mattoni brunastri e intrecci vari di scale antiincendio in ferro. Spike Lee apprezzerebbe, e anche a CJ non dispiace ma il fatto è che ha paura di rimanere decapitato, per cui si ritrae dopo un istante, per poi buttarsi sul letto, senza nemmeno disfarlo, e addormentarsi.

La mattina seguente, dopo una notte di sonno pesante, si appresta a una bella doccia, calda e rinvigorente.
La stanza, ovviamente, non dispone di servizi, che si trovano nel corridoio comune.
Sono solo le sette e mezzo, e c'è già una fila terrificante.
CJ si siede sulla moquette polverosa e, pazientemente, aspetta il suo turno.

Brutta storia, la coda per il cesso: CJ è internazionalmente noto per la sua cistite acuta, e dunque non poter disporre liberamente di un water potrebbe rivelarsi un problema da non sottovalutare.
Ci ragiona un attimo e trova la soluzione. Dopo essersi lavato in una vasca dalle pareti giallognole e dal tendaggio in pvc a bolle, scende alla reception e chiede un paio di bicchieri di plastica, di quelli da birra media. Rientrato nella sua stanza, li dispone sul comodino. In caso di emergenza, gli serviranno come vasino da notte: una volta pieni, li nasconderà nel ripostiglio, e chi si è visto si è visto.

Più facile a dirsi, perchè gli improvvisati pitali non si riveleranno poi così capienti. Dopo una cena a un ristorante pakistano del Greenwich Village, cena innaffiata da una quantità non modesta di cabernet-sauvignon californiano, CJ si ritroverà a riempire in un attimo il primo bicchiere per poi, dopo una delicatissima fase in sospensione, passare a svuotare il resto della vescica nel secondo.
Faticosissimo, credetegli.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

spl33n pensa che la strategia di marketing del granT hotel sia geniale. Certo non è come il Gugliel Motel di Brembate, ma tant'è.

Anonimo ha detto...

CJ ha omesso un piccolo particolare, e cioè che DJ Paulette tra le altre cose aveva "suonato", addebitando il costo del GranT sulla sua carta di credito personale.
E poi che sarà mai, non è poi che l'Hemsley sulla 42esima fosse granchè...
Grande Gugliel Motel...