sabato 8 ottobre 2011


Sono i riconosciuti rappresentanti dell’Americana contemporanea, ovvero quel genere che pesca piene mani nella tradizione U.S.A. e che qui da noi ha conosciuto grande fortuna in passato grazie a riviste come Il Mucchio Selvaggio e L’Ultimo Buscadero (ovvero i titoli di due film di Peckinpah).
Gli Wilco di Jeff Tweedy tornano con un nuovo lavoro per la loro neonata etichetta, dBpm.
L’apertura è eccezionale, con Art Of Almost, un funky elettrico che lascia senza fiato.
Con I Might, primo singolo estratto dall’album, si torna alla normale amministrazione Wilco. Una normale amministrazione di alto livello, si intenda: da oltre 15 anni registrano dischi ispirati e ottimamente suonati. Tuttavia, il grande successo non è mai arrivato, vuoi per le loro facce da brava gente, per un atteggiamento poco da mainstream e anche perché non hanno mai centrato il ritornello pop giusto, quello che per intenderci è riuscito ai R.E.M.
Pregevoli sono il power-pop di Dawned On Me, il crepuscolo di Black Moon e Rising Red Lung, il vaudeville di Capitol City, la conclusiva One Sunday Morning, dolce e intenso trattato sul rapporto tra padre e figlio.

Tra gli allievi di cotanti maestri, fanno parlare di sé i Megafaun dalla North Carolina.
A dire il vero, altro riferimento è Bon Iver (State Meant), anche solo per questioni geografiche. E gli Okkervil River (You Are The Light).
Questo disco omonimo – scelta inusuale per quella che è la loro terza prova sulla lunga distanza– è un vero piacere: si sentano l’iniziale Real Slow, Resurection e Second Friend.

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