Le pioggie insistenti delle ultime settimane sono da considerarsi una manna per l'agricoltura, certo, ma chi come Cj passerà il prossimo fine settimana con un decespugliatore in mano ha tutto il diritto di sacramentare.
(E' un oggetto diabolico, ve lo assicuro: va in moto dopo qualche decina di tentativi di accensione; normalmente, dopo aver terminato di ripulire il fosso dalle erbacce infestanti, Cj continua a vibrare come un Parkinsoniano per ore e ore.)
Domenica scorsa, ancora pioggia.
Poco male al mattino: ci siamo svegliati molto tardi.
Con Sandra e Agnese avevamo in programma di aderire all'iniziativa "Cantine Aperte", andando a visitare quella del Poggiarello, ovvero i vigneti appena sopra casa nostra. E quello che doveva essere un semplice aperitivo si è trasformato presto in un lauto buffet - assaggi di salumi, panzerotti, risotti, fritture, torte salate - con una degustazione di svariati tipi di vini.
Funziona così: all'ingresso cacci 15 euro e ti consegnano un calice.
Da quel momento in poi puoi bere e mangiare tutto quello che vuoi.
Un "All You Can Eat" nostrano.
Verso mezzogiorno arriviamo al parcheggio, un campo appena tagliato delimitato dalle fettuccine bianche e rosse. Poco più in là, in un recinto di legno, pascolano tre asini dal manto scuro e un gruppo di oche starnazza nel fango. Fuori da una roulotte, per l'occasione assurta a biglietteria, un ragazzo con una palese inflessione dell'est europeo, ci spiega che, purtroppo, a causa del maltempo la manifestazione si svolge solo al coperto, e dunque non è possibile fare la visita guidata alla cantina e nemmeno il tour attraverso il vigneto (l'avevamo fatta un paio di anni fa, ti raccontano tempi e modi della vendemmia, della pigiatura, ecc...).
Cazzocene, noi vogliamo solo bere.
E dunque con la supervisione del Cuccu, maestro sommelier, e del suo amico Marco abbiamo sorseggiato, in ordine sparso, mezzi calici di pinot nero, cabernet, sauvignon, barbera (il famigerato "Piston"), gutturnio, ortrugo.
Per finire in bellezza con una ciambella fatta in cassa "pocciata" nella malvasia dolce, ance se non in scodella come tradizione vorrebbe.
Insomma, una roba che vi consiglio caldamente.
Inoltre, ci hanno co-optato con entusiamo nella sedicente "Accademia del Piston", un sodalizio dedito esclusivamente ai piaceri della tavola: mi fa venire in mente la "Confraternita del Chianti" del romanzo di Fante. Me li immagino come personaggi curiosi, tendenzialmente sovrappeso ma quasi sempre sorridenti. Si trovano tutti i mesi, magari ogni tanto ci scappa anche una briscola in cinque...
Nel pomeriggio, la sbornia viene smaltita davanti al tappone dolomitico con arrivo al Lago Fedaia, alle pendici della Marmolada: per chi non lo sapesse, è il luogo dove Cj si è tranciato allegramente i legamenti crociati del legamento sinistro.
Per cui conserva un buon ricordo.
La pioggia incessante moltiplica gli sforzi dei corridori, rendendo ancora più eroici i loro gesti.
Verso sera, mentre Sandra impasta la pasta della pizza, Cj si decide finalmente a raccogliere le ciliege del grande albero in mezzo al giardino. L'albero è malato, aggredito dalle formiche e da chissà quali altri insetti malefici: tutti gli anni i rami secchi sono sempre di più e le foglie sempre meno; malgrado ciò, anche questa primavera ci ha regalato migliaia di ottimi frutti: che sia il canto del cigno?.
Sotto una pioggierellina scozzese, appollaiato su una scala traballante che affondava sempre più nel terreno bagnato.
Un miracolo che la giornata non sia finita nel reparto di ortopedia dell'Ospedale di Bobbio.
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