martedì 6 maggio 2008

FERRARA, O1


Vorrei mettere giù qualche riga sul viaggio al delta del Po, ma non so da dove cominciare.
Per dirla alla Drugo, "ho molte idee in testa, un sacco di input e di output".

Arrivi a Ferrara con un sacco di stereotipi, a cui non si può sfuggire: la città delle biciclette, del parco delle mura, il primo esempio di urbanistica moderna ('500), la città di De Chirico e di Antonioni.
La prima sensazione che hai è quella di una città sonnecchiosa e tranquilla, un grande paesone immerso nella piattissima pianura padana, ma tutt'altro che spento.
Sul piano culturale e artistico, infatti, l'offerta è notevole: le grandi esposizioni internazionali di Palazzo dei Diamanti (Mirò, in questi giorni), la mostra del Garofalo (sarà l'ultima scoperta di Sgarbi, questo è da sempre un suo feudo), il Palio, il Museo d'arte moderna De Pisis, il Museo dell'Architettura.

Tuttavia, non riesci a cogliere del tutto la sua dimensione metafisica, che influenzò fortemente De Chirico.
Forse per via di queste giornate limpide, luminose.
Come un'altra città magica e letteraria, Praga, Ferrara andrebbe visitata in una serata uggiosa di tardo novembre: uscendo , vedresti emergere dalla fitta nebbia l'imponente mole del Castello Estense, e capiresti l'ispirazione per il capolavoro del grande maestro, "Le muse inquitetanti".
E ammireresti ancor più il fantastico gioco di luci ed ombre sulle 8.500 bugne del Palazzo dei Diamanti, l'edificio più celebre del Quadrivio degli Angeli, ovvero il baricentro dell'addizione rinascimentale ad opera dell'architetto Biagio Rossetti.

La prima sera ci accampiamo in un grande parcheggio asfaltato ai margini della città vecchia, a pochi metri dalle barche ormeggiate nel porto canale; quando arriviamo ci sono pochi camper, ma al nostro rientro ci troveremo letteralmente circondati da decine e decine di bisonti in vetroresina biancastra: pare di essere in un campo rom.
Per visitare la città, la bicicletta è certamente il mezzo migliore.
Allora saliamo in sella alle nostre citybike (equipaggi: Achille ed Alice sulla bibici, ammiratissima dai vicini di camper, Sandra e Agnese, Cristina e Silvia, Io) e ci dirigiamo verso piazza del Duomo, dove costeggiamo le botteghe tardomedievali, edificate senza soluzione di continuità, sul lato destro della Cattedrale. In fronte ad esse, campeggiano implacabili tre insegne di McDonalds...
Attraversiamo il cortile del municipio, dove si allenano coloratissimi gli sventolatori del Palio. Le vie strette e tortuose del reticolo medievale, nei pressi del ghetto, sono caratterizzate dalla successione di eleganti palazzotti in mattoni a vista, con archi in terracotta decorata e volte ribassate. Al posto delle persiane, tendoni di colore rosso mattone, posizionati anche dietro le inferriate del piano terra.
Rientriamo costeggiando la cinta murata. Tra i lecci e gli altissimi pioppi, stazionano malinconici le giostre e i calcinculo deserti di un lunapark decisamente poco frequentato.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

A me la città è piaciuta molto anche con il sole forse era la novità della bicicletta o il clima festoso che aleggiava fra di noi, ma questa vacanza me la sono proprio goduta: peccato sia già finita

Big ha detto...

Come al solito, CJ, da vero architettone della PM, tende a cogliere significati trascendenti e metafisici in ogni dove. 'Azz, arriva persino ad autogufarsi brume tardonovembrine a primavera inoltrata! Per fortuna Sandra riesce a tenerlo ancorato alla terra, altrimenti, vincendo magicamente quell'inutile accessorio noto come forza di gravità, lo vedremmo volteggiare sempre più in alto, fino a scomparire "Al di là delle nuvole" (e beccatevi la citazione ferrarese/antonionesca/wendersiana..)

Gbattm ha detto...

Ho visto Praga per l'ultimo dell'anno del 1991, se non ricordo male. Eravamo io, Paulette, il Reggio e il Boni sul mitico Briscola di Achille. L'atmosfera era magica, indescrivibile. Paulette ci tornò d'estate e ritornò deluso.

Anonimo ha detto...

bella Cj, forse l'ispirazione che trovò DeChirico che definì Ferrara "la città più metafisica del mondo", e che tu con il sole di Maggio non trovi può essere dovuta agli anni passati, le città cambiano e si trasformano giorno dopo giorno e in 40 anni di trasformazioni ne ha subite...e sicuramente DeChirico non ha si è mai trovato davanti all'assoluta assenza di poesia di un McDonald's...

Gbattm ha detto...

Anche questo è vero, Prol.
Io penso però che sia anche una questione di luce. Lo si vede anche dalle fotografie scattate, quasi sempre chiare e sovraesposte.
A me comunque la città è piaciuta molto.
Penso veramente che possa essere definita la classica "città a misura d'uomo", anche se divcersi sociologi ormai ci hanno detto che questa espressione non vuole dire un cazzo.
Non mi stupisco di trovarla costantemente nelle prime posizioni nelle rituali classifiche sulla qualità della vita.