mercoledì 11 giugno 2008

MUNICH BLUES, 02

Il Grosso aveva saputo che il Cartello organizzava uno dei suoi famigerati viaggi. Stavolta la meta prescelta era Monaco. No, non il Principato, che almeno sarebbe stato un week-end a base di sole, mare, casinò e figa, tanta figa. Quei maledetti bastardi se ne andavano in Baviera, a Cruccolandia. Il Monte glielo aveva detto più volte, a proposito dei crucchi: quelli lì sono più indietro della coda del gogno (veramente il Monte pensava che tutte le razze ed etnie, a parte i “piasintein dal sass”, fossero affette da devianze e ritardi mentali).
Comunque non c’erano cazzi, il viaggio andava organizzato.
La prima cosa, quando si viaggia, è avere un autista decente.
Il Grosso pensò immediatamente al Galletto: piccoletto, scattante, nevrile, ma allo stesso tempo capace di rimanere calmo, impassibile avresti detto, anche in mezzo a una bufera. Peccato che avesse quel maledetto vizio di ruttare e bestemmiare mentre guidava, ma comunque quelli del Cartello se ne strabattevano del galateo.
Per il mezzo, il Grosso aveva provveduto a qualcosa di non vistoso, un Fiat Panorama bianco andava più che bene. Era certo che qualcuno del Cartello, in particolare quel cagacazzi di Steve, avrebbe avuto da ridire, ma era comunque disposto a sopportare il pesante sarcasmo di quella banda di idioti.
Per l’albergo, ne aveva trovato uno vicino alla stazione, in un viale tranquillo, dal nome raffinato di Art Hotel, anche se di artistico non aveva un cazzo. Da lì però era sicuro di potersi muovere rapidamente per tutte le direzioni, sia a bordo del furgone che, all’occorrenza, in metropolitana o in treno.
La prima cosa che gli balzò all’occhio, quando gli fu presentata la lista dei partecipanti, fu il nome di Willy: il Grosso non ne aveva mai sentito parlare, probabilmente era un nuovo affiliato. “Speriamo non sia un novellino sprovveduto, di quelli che si cacciano nei guai e non sanno neanche da che parte sono girati” aveva pensato.
Inutile negarlo, i viaggi del Cartello rendevano il Grosso sempre un po’ nervoso, non si sapeva mai come sarebbero potute andare le cose con quelli.
Poi, finalmente, arrivò il momento della partenza. Il Grosso, come sempre, aveva con sé tutti gli apparati che la tecnologia metteva a disposizione. Il Piccoletto era silenzioso, e cominciò a guidare che faceva ancora buio: al meeting point ecco salire tutti i membri della gang: Steve, Winnie, Paulette, CJ (l’intellettuale del gruppo, l’unico in grado di mettere insieme una consecutio temporum, se capite quello che intendo) e Beddolix.
Il Grosso si accorse che il nuovo non c’era.
- Passiamo a prenderlo a casa, ci sono problemi??!. - abbaiò Steve.
Il Grosso pensò che la giornata sarebbe stata molto lunga, accese il navigatore e disse all’autista:
- Andiamo!

(Big)

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