sabato 14 giugno 2008

MUNICH BLUES, 05

Testa appoggiata sul finestrino, cappellino del Bologna in testa per festeggiare l’agognata promozione in serie A e tra le mani una guida di Monaco da sfogliare distrattamente.
- Non avete qualcosa di Moby?, - chiese sarcastico Paulette, al risveglio da uno dei micro-assopimenti che stavano caratterizzando la prima parte del suo viaggio. La stanchezza dovuta alle poche ore di riposo prendeva a intervalli regolari il sopravvento sull’entusiasmo per la zingarata con il Cartello.
E poi quei due cominciavano a dargli maledettamente fastidio.
A dire il vero che il piccoletto non più di tanto, era evidente che aveva poca voce in capitolo nella coppia e che era un operativo. Era il Grosso ad essere insopportabile quella mattina, con la sua boriosa saccenza e la sue continue e spocchiose autocelebrazioni.

Paulette lo conosceva da una vita, il Grosso.
Aveva avuto più volte la fortuna di goderne l’esuberante e trascinante simpatia nelle trasferte del Cartello e ancor prima negli inter-rail giovanili. Ma aveva anche toccato con mano la sua spiccata tendenza alla leadership, come direbbe lo psicologo della mutua, che lo portava a certe derive decisioniste senza, per usare un linguaggio aziendale, un percorso di condivisione completo all’interno del gruppo.
Era democratico come un treno di preti nazisti, per dirla alla Stefano Benni.
Dettava legge, per citare invece il buon Laziale. L’aveva vista lunga il laziale, altrochè, pensò Paulette. Il pensiero agli amici che non ci sono più, file riaperto di recente, fu per lui come un pugno nello stomaco.

Decise di continuare con il sarcasmo, arma che adorava.
- Davvero centrale l’albergo, è praticamente in piazza…
Aveva finalmente localizzato l’Art Hotel sulla mappa, dopo averla più volte allontanata dagli occhi, sintomo inesorabile dei quarant’anni dietro la porta.
- Gliele hai cantate, cristo!, - reagì subito Steve, che non vedeva l’ora di avere un appiglio per attaccare la strana coppia là davanti: - Come gliele canti tu non lo fa nessuno.
- Bravisim!, - sottolineò Willy, l’uomo nuovo del Cartello, inaugurando quello che diventerà il tormentone della trasferta in terra di Germania.
Distolta l’attenzione dal suo navigatore tentacolare, vera e propria appendice del suo stesso corpo, il Grosso rispose piccato: - E’ a due passi dalla Stazione, manica di pederasti, e quindi poco distante dal centro. E si può parcheggiare facilmente la furgoneda… Sai cos’era bella? La Penzion che avevate prenotato a Berlino, bella merda. Andate in culo, va.
- La Penzion aveva un suo stile. E poi era praticamente in Potzdamer Platz, mica nel buco del culo della città, vicino alla stazione dove ci saranno gli sbandati e i froci che fanno marchette… Ah già, magari l’avete scelta per quello, - replicò Paulette, facendo un poco velato riferimento ai presunti orientamenti sessuali della strana coppia. - E poi chi se ne fotte della furgoneda, la parcheggeremo dove capita.
- Si, infatti, chi se ne può inculare, - chiosò Steve, che quando decide di farti da sponda in un battibecco, più o meno creato ad arte, va fino in fondo.

Intanto CJ prendeva nota sulla sua moleskine, fidata compagna di viaggio. A dire il vero lo scriba si era presentato ai nastri di partenza con un taccuino già usato, con una scelta che aveva sorpreso e fatto discutere.
- Non considera la trasferta del Cartello degna di una moleskine nuova… Ma vaffanculo, va là, - aveva commentato risentito Steve.

Porcelain di Moby sfumava.
Paulette pensò che alla fine era uno dei due o tre pezzi veramente buoni dell’album, che per il resto non faceva proprio cagare ma non era nemmeno il capolavoro incensato all’epoca dall’universo mondo.

(Paulette)

3 commenti:

Gbattm ha detto...

Un attacco frontale a big, niente male, ci voleva un pò di polemica.
Restiamo in attesa di Big...

Big ha detto...

Non mi sembra un attacco vero e proprio, pensavo peggio...culatòn!

Anonimo ha detto...

bravisim