venerdì 18 aprile 2008

domenica 13 aprile 2008

Waitin' blues

La domenica elettorale è scivolata via senza particolari emozioni.
Cj pensava di poter narrarvi qualche episodio simpatico del suo pomeriggio in veste di "Accompagnatore Ufficiale degli Anziani Non Autosufficienti ai Seggi", ovvero il suo nuovo ruolo dopo la sua estromissione dai "Rappresentanti di Lista", probabilmente a causa di un pò di confusione e di sdoppiamenti vari con Dj Paulette. Un declassamento in ogni caso sintomatico della sua folgorante e irresistibile scesa nelle gerarchie del nuovo partito.
Invece niente.
Il telefono ha squillato solo per qualche lamentela di poco conto, alcune schede non timbrate in un seggio, dei poster elettorali affissi da un militante di destra nel corridoio di una scuola, qualche contestazione sui distintivi dei Rappresentanti di lista.
Evidentemente gli anziani di oggigiorno sono tutti in grande forma, già li vedo tutti lì in fila con la tuta grigio topo a fare ginnastica nelle palestre convenzionate con il Comune oppure ai corsi di salsa e merengue in qualche circolo del Dopolavoro ferroviario.
Oppure non vanno a votare.
E' un vero peccato, poteva essere un'esperienza positiva, in grado di restituire un minimo di poesia e romanticismo, dopo le notizie sull'incivile sgarbo alla Montalcini, costretta a fare più di mezz'ora di coda al seggio.
E io che mi ero preparato per bene, rileggendomi ampi stralci del "Diario di uno scrutatore" di Italo Calvino.

Pur con qualche rammarico, la fauna che gironzolava attorno alla federazione, ieri, era piuttosto eterogenea e variopinta.
C'era la Nanda perplessa sulla scarsa affluenza alle urne, anche nelle ex-regioni rosse.
C'era la Tina euforica che annunciava A.N. in crisi, e che diceva che i poliziotti avrebbero votato tutti Di Pietro.
C'era Stragl**** un pò abbacchiato, preoccupato per l'ennesima disfatta del Toro.
C'era la Giovanna che, per "stemperare" letteralmente la tensione, faceva la punta alle matite.
C'era chi diffondeva i sondaggi più svariati, qualcuno che diceva che siamo addirittura sopra, alcune voci su sms di Letta e di Franceschini del tipo "va meglio di quanto potessimo immaginare", o "davvero si può fare!"
Ovviamente Cj ha provveduto a far girare questi rumours, anche i più incontrollati, dando vita a un turbillon di notizie false e tendenziose.

Stamattina c'è calma piatta.
L'unica bomba, una dichiarazione attribuita a Migliav****: "Tocchiamoci i coglioni, non può essere vero!"
E tocchiamoceli, sti coglioni.
Il Cesco che ci dice che il titolo di Mediaset è al rialzo.
Lorenzo che ribatte con il dato Unipol: quasi +2%
Ma la più bella è di Proleter: un sito rumeno collegato a Ipsos dice che il Berlusca è in netto vantaggio.

Non rimane che citare un blog di un cugino dell'ambasciatore del Burkina Faso in Transilvania che ci da in vantaggio +5 in molise!

giovedì 10 aprile 2008

PiacenzaSera


E' finalmente on-line PiacenzaSera, l'unico quotidiano on-line della nostra città e del nostro territorio.
Come molti di voi già sapranno, si tratta del coronamento di un progetto nato ormai diversi anni fa, prima con l'intuizione del sito "Polveri Sottili" (un'agenda aggiornata e ragionata di tutti gli eventi a Piacenza e dintorni) e poi con la fondazione, con alcuni amici come Maurino, Jeegio, Tommi, DJ Paulette e il sergente Filippo, della cooperativa di grafica e comunicazione CODEX10.
Penso che si tratti di una bella cosa, e per questo ringrazio tutti quelli che vi hanno lavorato.
Ma soprattutto: PiacenzaSera ha bisogno di noi, di voi, di tutti: per i commenti alle notizie, le segnalazioni, l'aggiornamento delle rubriche, anche eventuali articoli e recensioni.
Al lavoro, dunque...

Leggete PiacenzaSera!

www.piacenzasera.it

sabato 5 aprile 2008

NY 16, (QUASI) BRONX


"Immaginai di volare con l'elicottero sopra la città, imparando a conoscere gli abbellimenti architettonici e le bellezze naturali di grande impatto, ma l'elicottero continuava a volare in direzione nordovest fino a quando raggiungeva la punta meridionale dell'isola di Manhattan, diffondeva la sua ombra sopra il conglomerato di asfalto di Downtown e di Midtown e superava velocemente i frontoni e le finestre degli abbaini del Dakota Building a Central Park, dove un tempo il signor Lennon visse e morì.
E subito dopo eccomi su un treno IRT diretto a East Tremont Avenue, nel Bronx.
Era inverno, il riscaldamento era al massimo e nel mio cappotto foderato di lapin sentivo il sudore raccogliersi tra la seconda e la terza piega del collo, che, prese insieme, formavano un setaccio carnoso. Sentivo l'acqua fresca sgocciolare lungo la clavicola, irrigare i peli ricciuti dell'inguine. Avevo caldo e freddo, ero ansioso e innamorato.
Sui treni in direzione dei distretti esterni di New York le dimensioni dei passeggeri superano di gran lunga quelle della popolazione bianca che gironzola per Downtown. I miei compagni obesi erano stoici, multiculturali, vestiti con piumini gonfi in grado di salvare un astronauta dall'asfissia spaziale. Appoggiati alle porte per mantenere l'equilibrio, addentavano ali di pollo e code di bue fritte, sputando ossa e cartilagine nei sacchetti di plastica. Chi erano questi Atlanti di Amsterdam Avenue? Questi Caligola di Cypress Hill? Se non fossi stato così schizzinoso da non volermi ungere le mani, mi sarei unito a loro per consumare al bagliore deossigenato del treno numero cinque un piccolo mammifero avvolto nella pellicola trasparente."

Gary Shteyngart, "Absurdistan", 2006 (Ed. italiana da Guanda, 2007)

venerdì 4 aprile 2008


L'incipit del nuovo dei Baustelle mi porta, ancora una volta, a riflettere sulla stima e sulla considerazione di cui gode la categoria degli architetti.

"Siamo architetti ricchi di Bel Air/E vecchie dive del noir/Abbiamo ville/Abbiamo cadillac/Ed uccidiamo per soldi come te/Puoi controllare i nostri alibi/Siamo eleganti e sereni/Siamo avvocati rispettabili/E ci inchiniamo al denaro come te/Ci annoiamo, abbiamo mogli e amanti/Abbiamo tanti amici/A guardarli bene, tutti vermi che siamo costretti a eliminare/La logica spietata del profitto o chissà cosa/ci fa figli dell’Impero Culturale Occidentale/Meno male che qualcuno o che qualcosa ci punisce/Arriva un investigatore, ci deduce l’anima/La nostra cognizione del dolore illumina" . ("Colombo", da "Amen")

Strano, il destino.
Una volta, nel periodo in cui facevo l'università, pensavo che gli architetti potessero cambiare il mondo.
Ero talmente imbevuto dello spirito avventuriero dei pionieri, degli inventori dell'architettura moderna, che non mi accorgevo che nel frattempo il mondo era cambiato, che sempre più stava cambiando.
Allora leggevo dell'impeto rivoluzionario dei costruttivisti russi, del forte impegno sociale dei razionalisti tedeschi e olandesi, le ricerche dei movimenti più radicali sull'existenz minimum e l'immane sforzo per dare un'abitazione decente all'immane massa di contadini inurbati, dell'utopia extraurbana di Wright e dei primi costruttori delle città-giardino.
La preistoria.

All'alba del nuovo secolo, siamo visti come i registi di oscuri comitati d'affari, speculatori d'assalto, amici dei palazzinari, come nella blasfema "1.9.9.6." degli Afterhours:

"Porco cristo offenditi/c'è una dote che non hai/non è chiaro se ci sei/Sei borghese arrenditi/gli architetti sono qua/hanno in mano la città/Cambia rotta cambia stile/scopri l'anno bisestile/è volgare il tuo annaspare sai"

Oppure, quando va bene, come pseudo-intellettuali raffinati ma vaporosi e vuoti, alla stregua di stilisti effemminati e capricciosi, magari bravi a vestire l'abito di un edificio ("l'involucro", tema tanto in auge nella letteratura e nella critica contemporanea) ma poco interessati al suo contenuto, alla funzionalità e alla ricerca spaziale. Come ricorda il Guccini della "Signora Bovary":
"Ma cosa c'è, cosa c'è.../atrii a piastrelle di stazioni secondarie/strade più strade di avventure solitarie/clown nella notte/valigie vuote/piene di trucchi per tragedie immaginarie.../...telecomandi per i quotidiani inferni/battute argute di architetti postmoderni, amanti andate/piaceri a rate/pallottolieri per contare estati e inverni..."

Nell'immagine, la Moleskine di Le Corbusier

martedì 1 aprile 2008


La cosa più terribile la invia Giacomo.
Ora, Cj è da sempre interessato alle evoluzioni dell'arte contemporanea nelle sue più svariate forme.
Che è quasi sempre provocazione, e oltraggio.
Su questa non ha problemi a prendere posizione: a titolo di esempio, tra il manovale che si arrampica su una quercia per tagliare la corda ai fantocci impiccati da Cattelan - per poi inopinatamente cadere e fratturarsi gli arti inferiori - e Cattelan stesso non ha remore a schierarsi con quest'ultimo.
Ma a tutto c'è un limite.

Sentite questa:

Nell anno 2007, Guillermo Vargas Habacuc, un finto artista, ha preso un cane di strada, lo ha legato ad una corda corta ad un muro di una galleria d'arte e lo ha lasciato morire lentamente di fame e di sete. L'autore di questa orribile crudeltà e i visitatori di questa galleria d'arte sono stati spettatori impassibili dell' agonia del povero animale, fino a quando finalmente è morto di fame e di sete, sicuramente dopo essere passato per un doloroso, assurdo e incomprensibile calvario.

Bene: la prestigiosa Biennale Centroamericana di Arte ha deciso, incomprensibilmente, che la bestialità che aveva appena commesso questo individuo era arte, ed in questo modo tanto incomprensibile Guillermo Vargas Habacuc è stato invitato a ripetere la sua crudele azione in alla Biennale del 2008.

OSTACOLIAMOLO!!!
Firmate qui: http://wpop2.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=wF6amBxe7kcrx0c5DwHgzzYCnlhafClt3L/eQx9wme7gzhEEssmcvr8La9TjYfNL&Link=http%3A//www.petitiononline.com/13031953/petition.html

WOW!


Umh...
interessanti anche i rock festival promossi da Jeegio e Dj Looka.

Cj ha ovviamente aderito a entrambi, anche se la sua preferenza va al cartellone proposto dal primo, con headliner il fantastico Anthony and the Johnson - oltre a Baustelle e Arcade Fire - contro i Bloc Party e Babyshamples.

Ecco il programma di Jeegio:

http://www.trifogliami.it/?mode=view&festivalID=4854
E la line-up di Dj Looka:
http://www.trifogliami.it/?mode=view&festivalID=4893
Mi sono preso tutto il tempo necessario per scremare la casella di posta elettronica.

Tra le notizie degne di considerazione, il primo posto va alla beffa architettata da Beddolix+Spl33n al sito di Repubblica:

Eccovi il testo autografo di Beddilix:

L'anonima (ma sincera) foto che trovi in allegato e che ho inviato giovedì scorso non è stata pubblicata sul sito di Repubblica.
Deluso dalla decisione dei redattori del sito, non mi sono arreso e grazie all'intervento geniale di Spl33n che ha sfruttato le loro gattose debolezze, Repubblica ha capitolato!

Qui
http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=QhyouabyxQs%2Bv4bhhEXRQOtIiBjoAsIh8dWpzTm6vk/QWYfqkVJLUg1Ml/zDM3pz&Link=http%3A//www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/la%2Dfinestra%2Ddi%2Dfronte%2D95/13.html

lunedì 31 marzo 2008

Crisi da rientro

Uno sta via una settimana o poco più e non sa più cosa succede intorno a lui.
La lettura dei quotidiani on-line lo aiuta poco: la cosa più interessante potrebbe essere Mosley che, vestito da gerarca nazi, si fa frustare da una baldracca durante un'orgia.
C'è la crisi dell'Inter.
C'è l'ennesimo tifoso che ci lascia le penne, anche se su questo tema io concordo con Jeegio; per la verità, lo sono sempre più spesso, anche su Pistorius lo ero - non so devo preoccuparmene - e comunque devo dire che io e lui saremmo stati una grande coppia in Consiglio Comunale, veramente una grande coppia: e la colpa è solo vostra, di voi amici che non avete creduto in noi e non ci avete supportato a dovere, che so, organizzando cene elettorali o serate rock in nostro onore, oppure camminando per le vie del centro come uomini-sandwich...
Ma tant'è.

Leggo un pò di articoli a random.
Non capisco se SI PUO' FARE, che anzi il Leader Maximo considera uno slogan un pò moscio (anche lui, però, che parla da anni di un'Italia normale...).
I sondaggi sono vietati, e noi che ormai ne eravamo totalmente dipendenti dovremo rivolgerci al Sert per avere del metadone, per le nostre crisi d'astinenza.
Il Cavaliere mi sembra teso: la sua proverbiale sicumera lascia, ogni giorno che passa, spazio alle invettive tipiche del suo reperotorio, ormai stravisto.
Uòlter nemmeno lui appare in palla, d'altronde a furia di girare col pullman gli saranno venute delle emorroidi grandi come noci.
Mi si dice che, per far vincere il Pd - o almeno non far vincere il banana - al Senato devo votare la Sinistra Arcobaleno. Questo per via di un meccanismo infernale che consentirebbe di togliere seggi al Pdl nelle regioni ex-rosse.
E qualcuno non ha voluto cambiare la legge elettorale, ma, vedremo se ne dovrà pentire amaramente.
Allora leggo le mail, un disastro di mail arretrate, il vero incubo da rientro.
Una marea di annunci pubblicitari e di spam vario. La Banca di Roma che mi dice che c'è un problema sul mio conto: avercelo, un conto alla Banca di Roma. Qualcuno che mi consiglia un nuovo tipo di cappotto isolante in polietilene espanso.
Qualcuno, poi, che mi dice che alla Camera devo votare Di Pietro, per protestare contro le scelte dei candidati del Pd locale.

Ci capisco sempre meno.

Come cantavano i Dik Dik, help me...

venerdì 21 marzo 2008

NY 15, GRANT HOTEL


Il Grant Hotel è nel buco del culo di Nuova York.

L'ha scelto DJ Paulette su Expedia.it, ma CJ lo biasima: aveva a disposizione un budget alquanto limitato. E poi il nome, quell'ammiccare al Grand Hotel, meritava di essere in qualche modo premiato. Se provate infatti a digitare "Grant Hotel" su Google.it, verrà fuori: "Forse cercavi: Grand hotel". Forse un bel paio di maroni, cercavo proprio il Grant Hotel...
Un capolavoro del marketing, a CJ vengono in mente le borse dell'Addas che sua madre comprava sul mercato, con quattro strisce anzichè le consuete tre.

E così si ritrova in una misera pensione a 1 stella e mezzo nella Upper West Side, sulla W94 Street, a circa quattro isolati da Central Park, a pochi dal Bronx e a qualche centinaio di metri dalla Baia di Hudson - in verità resa inaccessibile da un groviglio di strade sopraelevate e di piloni in calcestruzzo - mentre i tre grandi atleti riposano al centesimo piano del loro albergo di lusso nella zona centrale del Chrysler Building.

Ma va più che bene.
E' abbastanza pulito e molto economico, e non lontano si trovano la fermata della Subway e uno Starbucks per la colazione: al Grant Hotel, infatti, non gli daranno nemmeno un caffè o un muffin mezzo ammuffito, di quelli da distributore automatico di merendine.
L'unico problema si manifesterà al momento della partenza, quando sparirà la valigietta di CJ dalla stanza dei bagagli, ritrovata improvvisamente solo dopo reiterate proteste e dopo una velata minaccia del tipo "I call the police".

La stanza di CJ è situata proprio alla fine di un corridoio stretto e angusto, dal controsoffitto troppo basso e le pareti color nocciola.
E' la solita stanza da motel, con una moquette color marrone scuro alta un paio di centimetri e un paio di piccole stampe a motivi floreali appese alle pareti spoglie. Senonchè, dopo una breve ricognizione visiva, nota un'assenza: manca la finestra! In compenso, a fianco del letto, c'è una porta dal rivestimento in formica finto legno. CJ la apre e si ritrova in un ripostiglio, dotato di una minuscola feritoia verticale con un vetro smerigliato, con apertura a ghigliottina. Lo solleva e prova a incastrare la testa per guardare fuori. Dopo numerosi tentativi riesce a far uscire mezza testa, il tempo necessario per ammirare un panorama costituito da stretti cavedi, incombenti muri in mattoni brunastri e intrecci vari di scale antiincendio in ferro. Spike Lee apprezzerebbe, e anche a CJ non dispiace ma il fatto è che ha paura di rimanere decapitato, per cui si ritrae dopo un istante, per poi buttarsi sul letto, senza nemmeno disfarlo, e addormentarsi.

La mattina seguente, dopo una notte di sonno pesante, si appresta a una bella doccia, calda e rinvigorente.
La stanza, ovviamente, non dispone di servizi, che si trovano nel corridoio comune.
Sono solo le sette e mezzo, e c'è già una fila terrificante.
CJ si siede sulla moquette polverosa e, pazientemente, aspetta il suo turno.

Brutta storia, la coda per il cesso: CJ è internazionalmente noto per la sua cistite acuta, e dunque non poter disporre liberamente di un water potrebbe rivelarsi un problema da non sottovalutare.
Ci ragiona un attimo e trova la soluzione. Dopo essersi lavato in una vasca dalle pareti giallognole e dal tendaggio in pvc a bolle, scende alla reception e chiede un paio di bicchieri di plastica, di quelli da birra media. Rientrato nella sua stanza, li dispone sul comodino. In caso di emergenza, gli serviranno come vasino da notte: una volta pieni, li nasconderà nel ripostiglio, e chi si è visto si è visto.

Più facile a dirsi, perchè gli improvvisati pitali non si riveleranno poi così capienti. Dopo una cena a un ristorante pakistano del Greenwich Village, cena innaffiata da una quantità non modesta di cabernet-sauvignon californiano, CJ si ritroverà a riempire in un attimo il primo bicchiere per poi, dopo una delicatissima fase in sospensione, passare a svuotare il resto della vescica nel secondo.
Faticosissimo, credetegli.

mercoledì 19 marzo 2008

Annie is a punk rocker

Buone notizie, amici: punk is not dead.
Pubblico qui un componimento di Anna, che presto diventerà il singolo di debutto per l'etichetta indipendente "Diasagio Mentale".
Il lancio del suo primo Lp, dal titolo provvisorio "Encefalogramma piatto", è previsto per giugno prossimo venturo.
La giovanissima artista piacentina intraprende così la carriera solista, dopo alcuni mesi di apprendistato con il gruppo degli Psico-patia.
Sebbene l'opera risenta di una scrittura ancora acerba, si possono qui notare tutte le peculiarità della sua cifra stilistica: l'uso di un accattivante slang giovanilista ("io voio"), di una ritmica possente e ripetuta ("ha ha ha", con un notevole giro di basso: notare la similitudine con l'incipit di "Anarchy in The U.K." dei Sex Pistols: "Right! Now ha, ha, I am an antichrist, I am an anarchist, Don't know what I want, But I know how to get it, I wanna destroy the passerby"), un ritornello facile e di immediata presa ("vai a cagare"), ma soprattutto l'attacco frontale al sistema e alle forze dell'ordine dell'ordine costituito ("vigilessina tiè, (...) vai a cagare"); quest'ultimo punto è un esplicito omaggio alla tradizione punk d'oltremanica, es.: i Clash di "Police on my back" :"Well I'm running, police on my back, I've been hiding, police on my back, There was a shooting, police on my back, And the victim well he wont come back, What have I done?"; "Police and thieves" e "I fought the law" (cover da Sunny Curtis): "I fought the law and the law won ".

Sentiremo presto parlare di lei.

Ps: Fratello, io la farei vedere da uno bravo...

martedì 18 marzo 2008

venerdì 14 marzo 2008

Pastoralia

Ieri non sono sceso a valle.

La piccola Agnese, in poche ore, si è riempita di una miriade di bolle rosse su tutto il corpo. Sandra se ne era accorta la sera prima, alla comparsa della prima macchia sull'enorme ventre rigonfio: non aveva sbagliato la diagnosi.
Come dice Agnese, "la mamma vede sempre tutto".

Ieri era una giornata fantastica, in campagna. Le dolci colline, illuminate da un sole caldo, si risvegliano dopo il torpore invernale. L'aria è tersa. I crochi, appena sotto i cespugli di salvia e di rosmarino, sono un autentico spettacolo, nella loro alternanza di bianco e lillà. Tra poco, anche i tulipani sbocceranno: quest'anno ne abbiamo piantati decine e decine, un po' random, chissà quale sarà l'effetto finale.

E' comunque una mattina di lavoro.
Mi fermo in paese per bere un caffè, in compagnia dei soliti amici. Li trovi sempre lì, entro una certa ora. Non ti sbagli mai.
Mi piace Travo di inverno, così rilassata.
Discutiamo degli ultimi sondaggi elettorali, appoggiati alla vetrina in modo da prendere i primi raggi di sole. Possiamo farcela, ci diciamo, ma, però, insomma. Mi aggiornano sugli ultimi avvenimenti locali: una razzia notturna, la cena di sabato alla Ra Ca' Longa. Nel piazzale deserto, sfreccia su un monopattino un volontario della pubblica, con il giubbino arancione fosforescente. C'è anche Simon, che ramazza l'asfalto con la sua carriola, la bandiera tricolore e il giubbotto del Comune. Marcone interrompe il silenzio sollevando la serranda della suo negozio di ferramenta: fa segno di vittoria con le dita, riferendosi al Copra. E' un bel martello sotto rete, Marcone, malgrado non proprio un peso piuma. Ha movimenti quasi felini.

Dopo un rapido passaggio sul cantiere di un fienile in ristrutturazione, proprio sulla terrazza che domina il paese, mi imbarco per l'alta valle.

Arrivo al Municipio di Coli verso le dieci. Varco la soglia e attraverso un corridoio vuoto. Dopo un paio di tentativi, trovo l'ufficio protocollo. Al mio ingresso, l'impiegato non alza neppure gli occhi dai documenti che è intento a leggere. Indossa un maglione a girocollo, senza camicia, e un paio di pantaloni in mimetica da spender poco, di quelli di tela rigida che vendono sui banchi dei mercati di provincia. Visibilmente seccato per la mia presenza, indugia un paio di minuti sulle sue carte, per poi rivolgermi la svogliatamente la parola. Grandissimo. Professionalità e cortesia. In realtà è un tipo simpatico. Dopo aver controllato e vidimato la mia pratica, mi spiega il percorso più breve per la Valnure.

La strada si inerpica tra boschi di conifere e di faggi. Superato il borgo di Peli, gli alberi si fanno sempre più radi e la pendenza sale. Dopo un paio di chilometri finisce il guard-rail e la strada diventa sterrata: in una zona d'ombra, dietro una curva a gomito, trovo ancora neve sul selciato. In cima al passo, la "Sella dei Generali", la vista è davvero spettacolare. La brughiera, ruvida e spoglia, è punteggiata quà e là da ginepri e piccoli arbusti, e dal terreno ricoperto di felci spuntano guglie di pietra come menhir. A nord, si intravvedono le Alpi imbiancate. Verso sud, gli Appennini dominano maestosi le due valli.
Lo scenario è lunare, e l'inquieto sottofondo metallico dei cLOUDDEAD è perfetto.
La strada scende in picchiata verso il Nure, attraverso piccoli borghi in sasso, ormai disabitati. Incontro solo una lepre nel canale, un fagiano, una timida signora con un foulard in testa e un carico di fascine sulla schiena, un vecchio sul trattore con un maglione bianco a collo alto e giacca scozzese a tinte sgargianti, elegante e fiero.

Nei pressi di Farini incrocio Zac, con cui mi fermo a fare due chiacchiere su una piazzuola ai margini della Statale. E' sempre in giro con il baule pieno di spaghetti e di biscotti, lo becco spesso. Mi racconta di Mortadella, che cresce bene. La settimana prossima inizia con l'asilo.

Arrivo a Ferriere verso le undici. In Comune non trovo il tecnico, che vado a pescare giù al bar, su consiglio di una sua collega. E' in mezzo a un capannello di pensionati con il bicchiere di ortrugo tra le mani. E' un tipo a posto, con una gran barba corvina. Ci intendiamo subito.
Dopo aver preso visione degli incartamenti, lo saluto e me ne vado in cerca di un pezzo di torta di patate. "Durante la settimana non la faccio, tesoro", mi risponde la fornaia. Allora prendo una caciotta della Val d'Aveto.
E' tardi. Risalgo in auto per dirigermi a Rocca, dove i miei colleghi stanno misurando un campo, il campo dove Buer costruirà la sua casa.
Adesso ho i Massive Attack.
Mi aspettano ancora tante curve, ma non me ne accorgerò neppure.

martedì 11 marzo 2008


Alla fine sono andato a vedere "Non è un paese per vecchi", che non ha deluso le mie aspettative. Ottimo film, come tutti quelli dei Coen, seppur basato su una sceneggiatura non proprio originalissima. E' la storia di una sorta di cowboy in pensione che durante una battuta di caccia si imbatte, in mezzo all'arido deserto del Texas, in un massacro tipo O.k. Corral: corpi inermi a terra, cani abbattuti e una valigia con dentro 2 milioni di dollari, che ovviamente nasconde nella sua roulotte. Durante la notte, preso dal rimorso, torna sui suoi passi per portare un pò di acqua all'unico sopravvissuto alla sparatoria, un trafficante messicano. Da quel momento inizia una fuga disperata da un motel all'altro, inseguito senza tregua da uno squilibrato che uccide senza alcuna pietà, lanciando in aria una moneta e giocando la vita degli altri a testa o croce, da un altro killler prezzolato dai narcocontrabbandieri, e da un vecchio sceriffo, stanco e disilluso, che fa quello che può ma che distribuisce perle di autentica saggezza.
Colonna sonora assente. Grande fotografia. Personaggi perfetti. Dialoghi ancora più perfetti ("Non sei obbligato ad uccidermi", ripetuto all'infinito), ma qui il merito è di McCarthy.
E poi, finale strepitoso.
Ma soprattutto un grande Bardem che, diciamolo, è chiaramente il sosia di Sassidubi.

domenica 9 marzo 2008


Appurato che - a giudizio della (quasi) totalità dei lettori - il fatto che Scarlett appoggi Obama non è una controindicazione sufficiente per non trombarla di brutto, Cj propone un nuovo entusiasmante referendum.
Parecchi post fa, per salutare l'addio di Ciriaco De Mita al Pd avevo riutilizzato un famoso titolo di Cuore, il mitico "settimanale di resistenza umana", ovvero: "PASSEROTTO NON ANDARE VIA".
Cj è ancora molto affezionato a Cuore, che è stato un pezzo della sua vita: immancabilmente il lunedi' mattina, prima di prendere il treno per Milano alle 8.06, acquistava il foglietto verde e quel viaggio era uno dei momenti più belli della sua settimana da studente universitario.

Alcuni titoli di Cuore erano assultamente geniali.
Sfogliando la sua collezione, Cj propone alcuni dei migliori, ovviamente a suo giudizio.
Troverete qui a fianco il sondaggio che vuole incoronare il più bello di sempre.

NUMERO 129: "IN FESTA IL MONDO DEL BRIDGE: NASCE ALLEANZA DEMOCRATICA- Decise le prime cariche: nominati il sommelier, il maitre e il amestro di scherma. Già inaugurate le sezioni "Capannina" e "Roof Garden". Messaggi dall'intellettuale francese Roland Garros".

NUMERO 146: "IL PAPA FERMO PER TRE DOMENICHE - Il fuoriclasse polacco scivola durante un'udienza di allenamento. E' Papin il suo sostituto naturale."

NUMERO 123: "BROGLI! BOSSI DENUNCIA: A CATANIA HANNO VOTATO MOLTI MERIDIONALI"

NUMERO 79: "SCOTTI: MI SONO DIMESSO PERCHE' VOGLIO TROMBARE - Finalmente una motivazione seria e dignitosa ai gesti insensati della politica."

NUMERO 163/164: "NON FAR PIANGERE GESU': VOTA PROGRESSISTA. Nel segreto dell'urna Dio ti vede, il biscione no. Se vince la sinistra almeno una cosa è garantita: risate, risate, risate. Se vince la destra si ride lo stesso, ma è più sicuro farlo all'estero ."

NUMERO 58: "CANDIDATI: MANCA SOLO IL PETOMANE"

NUMERO 126: "La Dc ha chiuso gli occhi per sempre: E' MORTA LA GRANDE TROIA. Adesso fanno tutti finta di non conoscerla ma tra i suoi clienti ci sono stati milioni di Italiani."

MUMERO 10: "Dopo un giro di consultazioni, la nostra serena analisi: HANNO LA FACCIA COME IL CULO"

NUMERO 22: "COCCIOLONE IN MANO AI CROATI. Era in viaggio di nozze in Jugoslavia. Non ancora ritrovati i resti della sua Duna abbattuta da un calabrone. Il governo della Repubblica separatista minaccia il nostro paese: potremmo anche restituirvelo."

NUMERO 21: "TERRORE ALLA RAI: LECCARE IL CULO FA VENIRE L'AIDS"

NUMERO 8/9: "SCATTA L'ORA LEGALE: PANICO TRA I SOCIALISTI"

NUMERO 62: "E' MORTO FANFANI. Nell'ora più tragica la Dc perde un altro voto."

NUMERO 56: "PIETRO GAMBADILEGNO: CON IL P.S.I. HO CHIUSO. Addolorato annuncio del leader storico del Garofano: "Rubare negli ospizi per vecchietti turba persino un socialista della prima ora come me".

NUMERO 149: "FINI: VOTO RUTELLI. QUESTI FASCISTI MI FANNO PAURA. In fondo il leader del M.s.i. è meno imbecille dei suoi picchiatori."

NUMERO 151: "BERLUSCONI: PRESTO AVRO' I CARABINIERI AL MIO FIANCO" (Più vignetta di Vauro con il Berlusca ammanettato tra due caramba)

NUMERO 85: "PASSEROTTO NON ANDARE VIA (dedicato a Craxi) Un dubbio: e se l'odioso gradasso dovesse mancarci?"

NUMERO 38: "Indignazione e pena dopo la straziante confessione di Cossutta: CON I SOLDI DEL P.C.U.S. HO COMPRATO UNA DUNA"

NUMERO 41: "ERANO DEVIATI ANCHE I SERVIZI DI PANATTA"

NUMERO 91: "I MAFIOSI ONESTI: BASTA CON ANDREOTTI. Quarant'anni di malgoverno democristiano hanno messo in ginocchio anche un'azienda sana come la nostra."

NUMERO 176: "EUROPEE: OCCHETTO CAPOLISTA A LOURDES"

NUMERO 67: "PENSIERO STUPENDO" (Con Craxi dietro le sbarre)

NUMERO 61: "Una sofferta riflessione alla viglia del voto: I LIMITI DELLA DEMOCRAZIA: TROPPI COGLIONI ALLE URNE"

NUMERO 141: "L'eterna ossessione della politica italiana: AL CENTRO C'E' UN BUCO: CHE SIA QUELLO DEL CULO?"

NUMERO 108: "Ha più di settant'anni ma non pensa ad altro (dedicato a Wojtila): SCHIAVO DEL SESSO. FETI, OVULI, COITI, SPERMA: AMMAZZA CHE ZOZZERIA!"

NUMERO x: (Dopo la sconfitta del '94: VENDESI GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA. Usata pochissimo).

NUMERO Y: " I BEATLES SI DROGAVANO. MINO REITANO NO. Vogliamo parlarne?"

sabato 8 marzo 2008

Bacon


A Milano per lavoro, giovedi' ne ho aprofittato per andare a vedere la retrospettiva su Francis Bacon apertasi pochi giorni fa a Palazzo Reale. Si tratta di un'anticipazione della grande mostra londinese con la quale l'anno prossimo la capitale inglese renderà omaggio, in occasione del centesimo anniversario della nascita, al suo più grande artista del secolo scorso (Bacon nacque a Dublino da famiglia inglese, e abitò per gran parte della sua vita a Londra).

Non si tratta però di un'esposizione minore.

Vi sono esposti infatti un centinaio di dipinti, tra i quali alcuni dei suoi capolavori, anche se poche tracce ci sono della celeberrima serie de "I papi": un ritratto di Innocenzo III, da Velazquez, e alcuni schizzi o bozze di lavoro.

Notevoli i trittici, tra i quali numerosi autoritratti (Bacon non amava dipingere il suo viso, che detestava, ma in alcuni periodi vedeva poche persone e quindi, lui sostiene, si riduceva a dipingere se stess0) e i ritartti dei suoi compagni di vita (omosessuale dichiarato, Bacon fu esiliato dalla sua famiglia).

Alcuni critici considerano Bacon tra gli artisti più influenti del XX secolo, subito dopo il più grande, Pablo Picasso.
Fedele al figurativo, i suoi ritratti - seppur trasfigurati come carne da macello - costituiscono una straordinaria alternativa all'astrattismo e all'informale che dominano la sua epoca.

Vi consiglio caldamente questa mostra.

mercoledì 5 marzo 2008


QUESTO E' UN MESSAGGIO PRIVATO PER MARCO, ALESSANDRA E AGATA.

IL VOSTRO CONIGLIO STA BENE.

E' STATO RAPITO SABATO SCORSO A PURO SCOPO DI RITORSIONE.
NON VI SONO INFATTI MOTIVI POLITICI O CULTURALI ALLA BASE DI QUESTO GESTO EFFERATO, MA SOLO LA NECESSITA' DI AVERE UN PO' DI LIQUIDITA' PER ACQUISTARE LE FIGURINE DEI CUCCIOLOTTI.

SE VOLETE RIAVERLO VIVO, DOVETE VERSARE 10,00 EURO SUL CONTO "4 GATTI" DELLA B. DI PC. N. 666, INTESTATO A.M., CAB 12600, ABI 05156.

E' POSSIBILE DILAZIONARE IL PAGAMENTO IN COMODE RATE MENSILI.
PIACENZA, LI' O5.03.2008
FIRMATO:
BRIGATE GNEGNE

domenica 2 marzo 2008

Polveri sottili


Ho scritto un post sul forum del sito del PD.
E' vero che le elezioni si giocheranno, come sempre, sulle questioni economiche, ho detto, ma non si possono sottovalutare gli altri temi, in primo luogo l'ambiente.
Ho parlato di casa nostra.
La Pianura Padana è uno dei luoghi più inquinati del mondo.
Alcune fotografie aeree diffuse recentemente lo hanno evidenziato con crudezza: l'area che va da Torino fino al Delta del Po si contraddistingue con un drammatico colore arancio-rosso, ovvero lo stesso livello cromatico dell'area urbana di Pechino.
Ogni giorno leggiamo i risultati del rilievo del livello di polveri sottili nell'aria che respiriamo: un vero e proprio bollettino di guerra.

E' una situazione di emergenza, ho scritto.
E per combatterla serve una terapia d'urto. Non bastano certo i timidi sforzi degli amministratori locali, le domeniche ecologiche e i blocchi del traffico, che sono solo palliativi.
Servono misure strutturali e strutturate.
Perchè, ho proposto, non promuovere un piano speciale per questa area?
Un finanziamento ad hoc, con il quale mettere in atto i necessari interventi a medio e lungo termine: metropolitane leggere, bus ecologici, rimboschimenti, recupero del paesaggio agricolo, rinaturalizzazione delle infrastrutture (es. alta velocità), incentivi per energie alternative, e altri ancora.

Non penso che un piano di questo tipo costerebbe molto di più, a titolo di esempio, che il ponte sullo stretto di Messina, sul quale il Cavaliere Banana continua ad insistere nella sua incontenibile foga di passare alla storia con questa opera immagnifica, alla stregua degli imperatori romani o dei faraoni egizi. Tra l'altro, da frequentatore assiduo della splendida Sicilia, oso dire che la mezz'ora di traghetto su Caronte (noto anche per i suoi arancini spettacolari) è un apprezzato momento di relax dopo l'avventura stressante della Salerno-Reggio Calabria...

Non so se otterrò risposta.

I sondaggi, d'altronde, indicano che le priorità dei cittadini per il futuro Governo del Paese sono la crescita dei salari e delle pensioni (segnalato dal 58% degli intervistati); al secondo posto il tema della sicurezza e della lotta alla criminalità (47%). A seguire, ancora le preoccupazioni economiche: la richiesta di un maggior controllo dei prezzi (36%), di politiche più efficaci per l’occupazione giovanile (31%), di riduzione delle tasse (26%).

Eppure dovrebbe preoccuparci anche la salute, soprattutto dei nostri bambini e degli anziani.

Leggo sul Corriere di oggi:

"Un ricovero per smog ogni 36 ore. In Pronto soccorso per infarti, ictus e crisi respiratorie dovute ai veleni dell'aria. Con un rischio di trombosi che cresce con l'incremento delle polveri. Nella Milano in lotta contro l'inquinamento, combattuto da gennaio anche con il ticket per chi entra in centro con un'auto inquinante, un pool di medici dell'Università Statale ha misurato i suoi danni sulla salute: «Studiare i meccanismi dei suoi effetti nocivi è fondamentale per riuscire a proteggere meglio i più a rischio: gli anziani e i bambini». È uno studio unico a livello nazionale, realizzato con l'Harvard School of Public Health e finanziato dalla Regione Lombardia insieme con agenzie di ricerca internazionali. Dall'anteprima emergono dati choc destinati a fare riflettere complessivamente l'Italia su cui pende una procedura di infrazione aperta dalla Ue per il superamento dei valori limite di smog. (...) Le micropolveri portano a ospedalizzazioni e anni di vita in meno."