Confinante con l’unica ala che nel 1793 sopravvisse all’incendio
che devastò l’abbazia, il Giardino Botanico è un’autentica chicca.
Sviluppato su tre livelli, per un totale di circa 1800 mq.
Nella parte adiacente il convento si trovano le tre enormi serre,
risalenti al 1780, dedicate rispettivamente alle orchidee, ai gigli e
alle peonie. Serre minori, leggermente defilate rispetto al viale
principale, servivano per la coltivazione degli ortaggi necessari al
sostentamento della comunità, mentre oggi sono sede del Piccolo museo
attivo dell’Agricoltura, un progetto di orti per i bambini delle scuole
materne ed elementari della zona. Nel secondo livello, oltre alle
fontane a cascata troviamo i prestigiosi roseti a cui l’abbazia deve il
nome: più di 750 specie differenti, tutte indicate per nome per
consentire al visitatore di distinguerle, si succedono in uno spettacolo
silenzioso e maestoso. Al centro dei roseti trova spazio il celebre
Labirinto delle Rose, che ricopre una superficie complessiva di 300 mq.
Il labirinto è stato realizzato secondo un mirabile progetto che unisce
tipologie differenti di rose, dalle rampicanti alle cespugliose,
integrate in modo che la sfioritura dell’una coincida sempre con la
fioritura dell’altra, per far sì che non risulti mai spoglio. Nel cuore
del labirinto, circondata da un laghetto, si trova la statua della
Ss.Maria delle Rose, col bambino in braccio. E’ qui possibile fare una
sosta approfittando della quiete e dei meravigliosi profumi che
caratterizzano l’aria. Il labirinto è aperto solo la mattina, e non è
consentito l’accesso ai minori non accompagnati.
Scendendo ulteriormente si arriva alla zona delle passeggiate e dei
frutteti, dove alberi da frutto potati ad arte sono i protagonisti dei
tre tragitti: il Percorso dei Peri, il Percorso dei Meli e quello dei
Ciliegi. Questi tre itinerari, della durata stimata di circa 45’
ciascuno, sono debitamente segnalati e portano alla scoperta di
curiosità inerenti alle tre specie, notizie circa le qualità dei loro
frutti e particolarità di ogni diversa tipologia.
La leggenda narra che, tra le tante piante strane ed esotiche che
si possono ammirare al Giardino Botanico, la più importante sia l’araba
Rosa Pulcra Coeli, una rarissima specie tipica del deserto e delle zone
nord africane che durante le notti di maggio canterebbe una specie di
litania; secondo la tradizione indicherebbe la strada alle persone buone
e pure di cuore, mentre farebbe girare a vuoto i cattivi e i
prepotenti.
Anna Costanza Tassotto Verdi vive nella bassa tra Lodi e Piacenza,
con la madre, e le sue piante grasse e i suoi due cani. La sua grande
cultura enogastronomica la rende piacentina se non di nascita,
quantomeno di predisposizione. Sempre più amante della scrittura, sta
cercando le regole auree per relazionarsi col prossimo, applicando
ovviamente la meravigliosa sequenza di Fibonacci. E’ discalculica:
inverte i numeri. Motivo per cui non le riesce molto bene l’applicazione
della sequenza per la quale ha, ciò nonostante, un riguardo pressoché
religioso.
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