“Overgrown”, questo il
significativo titolo del nuovo lavoro (ovvero: cresciuto troppo, o troppo alla svelta
– Blake è del 1988), si apre con il brano omonimo che denuncia le sue difficoltà
e le sue angosce derivate da un improvviso successo, che tutto travolge (“I
don’t wanna be a star/But a stone on the shore/Long door, frame the wall/When
everything’s overgrown”). Brano delicato e suggestivo, tra Antony e Bon Iver,
la Bjork più sperimentale e il grande Tim Buckley. Una voce emozionante,
struggente, matura e personale; quasi nera. Imparentata, oltre che con Antony,
con il soul contemporaneo di Drake.
In successione, arrivano le altrettanto ottime e introspettive “I am sold”, che risente dell’influenza del miglior Moby, e “Life rounds here”, con un groove futurista. Potrebbe affiorare la stanchezza, ed ecco che Blake spiazza tutti con “Take a fall from me”, ove lascia spazio all’hip hop sommesso di RZA. La strepitosa ed epica “Retrograde”, nuovo singolo, chiude nel migliore dei modi l’ipotetica side A (“I’ll wait, so show me why you’re strong/Ignore everybody else/We’re alone now/Suddenly I’m hit/Is this darkness of the dawn/And your friends are gone/When you friends won’t come/So show me where you fit/So show me where you fit...”).
La seconda parte inevitabilmente cala di tensione, e tuttavia “Digital lion” – che vanta la produzione di un mago dell’elettronica come Brian Eno – e “Voyeur” aprono nuovi orizzonti con l’apertura a ritmi più sincopati e a un’elettronica house. In chiusura, due brani minimali e struggenti come “To the last” – con una notevole coda melodica, quasi Bristol sound - e “Our loves come back”.
Un nuovo grandissimo cantautore. Un esploratore delle più intime emozioni, con squarci di luce pura. Quasi sacra.
Un disco praticamente perfetto.
In successione, arrivano le altrettanto ottime e introspettive “I am sold”, che risente dell’influenza del miglior Moby, e “Life rounds here”, con un groove futurista. Potrebbe affiorare la stanchezza, ed ecco che Blake spiazza tutti con “Take a fall from me”, ove lascia spazio all’hip hop sommesso di RZA. La strepitosa ed epica “Retrograde”, nuovo singolo, chiude nel migliore dei modi l’ipotetica side A (“I’ll wait, so show me why you’re strong/Ignore everybody else/We’re alone now/Suddenly I’m hit/Is this darkness of the dawn/And your friends are gone/When you friends won’t come/So show me where you fit/So show me where you fit...”).
La seconda parte inevitabilmente cala di tensione, e tuttavia “Digital lion” – che vanta la produzione di un mago dell’elettronica come Brian Eno – e “Voyeur” aprono nuovi orizzonti con l’apertura a ritmi più sincopati e a un’elettronica house. In chiusura, due brani minimali e struggenti come “To the last” – con una notevole coda melodica, quasi Bristol sound - e “Our loves come back”.
Un nuovo grandissimo cantautore. Un esploratore delle più intime emozioni, con squarci di luce pura. Quasi sacra.
Un disco praticamente perfetto.
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