sabato 7 dicembre 2013

LA BARGNOLERIA DEI BALOSSI

Via Pace 38/C
Dalla stazione ferroviaria si consiglia di prendere l’autobus n. 3 in direzione Borghetto, fermata piazza Duomo. La Bargnoleria è aperta dalle 9.00 alle 01.00. Il giorno di chiusura è il lunedì. Chiusura estiva in agosto. Su prenotazione è possibile visitare il laboratorio dove viene prodotto il bargnolino. Info: Tel 0523.543897 - Fax 0523.543367 - Email: info@labargnoleria.it - Sito web: www.labargnoleria.it 
 
La Bargnoleria è uno dei locali più frequentati di Piacenza. Qui è possibile acquistare bargnoli o prugnoli freschi (in dialetto bargnö, prügnö o spein négar), ovvero bacche di susino spinoso (detto anche nerospino), di color bruno nerastro, utilizzate per la distillazione di un tipico liquore locale, il bargnolino. Ma anche trascorrere un dopocena o una pausa durante la giornata sorseggiando bargnolini delle migliori riserve, distillati dalle bacche provenienti dalle siepi più rinomate della provincia piacentina. Tra le più prestigiose vintage si consigliano l’ottobre 2003 riserva brüt, da un maccione che costeggia il passo Caldirola, sotto la Pietra Parcellara; il novembre 2005, vendemmia tardiva della boscaglia del Monte Pillerone (Mont Pirlon); il dicembre 2008, selection des Grain nobles della rasèra di Soprarivo di Boscone.
La rivendita si trova in una zona centralissima della città, in prossimità della piazza del Duomo, ed è ospitata al pian terreno di un antico palazzo cinquecentesco di proprietà dei conti Anguissola che, alla fine dell’Ottocento, decisero di affittarne una sala a una giovane famiglia, i Balossi di Chero, i quali investirono ogni loro denaro per avviare l’attività. Il capofamiglia Luigi Balossi era così innamorato del sapore brusco dei prugnoli che volle inventarsi un liquore ricavato dalla bacca. Così mise a punto una ricetta che ancora oggi, nei dettagli, resta sconosciuta ai più. Attualmente la Bargnoleria è gestita dalla quarta generazione, ed è il Signor Antonio il mastro bargnolaio depositario degli antichi segreti della distillazione del gustoso nettare. 
Entrando nel locale il visitatore è investito da una vivace fragranza di zucchero e alcool, tra gli ingredienti che si suppone siano alla base della ricetta, mescolati a qualche ignota sostanza che rilascia nell’aria effluvi portentosi. Ma poi sono gli occhi a cedere alla meraviglia degli stucchi dorati che brillano sull’ampio soffitto a volta della sala principale, riservata alla degustazione. Qui, in teche di cristallo, vetrine, credenzini in legno bianco laccato e intarsiato, tintinna un luccichio di bottiglie e brocche di varie fogge e misure, mentre al bancone sono conservati, in contenitori refrigerati, prugnoli appena raccolti suddivisi per località e diverso grado di asprezza. 
I pavimenti sono in cotto originario mentre le pareti, decorate con ramoscelli di prugnoli essiccati dalle varie tonalità di verde e con i fiori bianchi della pianta, rendono l’atmosfera calda e rilassante. Il servizio è molto attento e curato e, per i meno esperti, un inserviente sa consigliare sulla migliore annata o sugli aromi più adatti a deliziare il palato. Ci sono bargnolini aromatizzati alla ciliegia di Villanova, alla prugna meschina di Albarola, ai fichi di San Giorgio, al Gutturnio, all’asparago piacentino, al tortello con la coda. Generalmente vengono serviti con stuzzichini a base di prodotti locali (coppa e gnocco fritto, ciccioli, formaggi stagionati, pancetta e salame). Molto richiesti sono anche i coktail Bargnö Frozen e Kaipi Bargnö.
Assidui frequentatori della Bargnoleria sono lo stilista Giorgio Armani, il calciatore Filippo Inzaghi, l’attrice Isabella Ferrari. Lo scrittore Dino Buzzati, di passaggio, ebbe a dire: “Il liquore più buono del mondo”. Oggi questa frase è diventata un marchio stampato su tutte le bottiglie prodotte dalla Bargnoleria. Bottiglie che nel periodo natalizio vengono impacchettate in originali confezioni regalo da non perdere.
 
Note: 
Presso la Bargoleria è possibile acquistare il libro a cura di Luke Zaninoni, “Bargnolino, mon amour” (ed. Mondadori, Milano, 2011). Viste le numerose richieste di bargnolini provenienti da tutto il mondo non sorprenderà sapere che il profilo twitter della Bargnoleria sia seguito da un esercito di 100.347.998 followers, estimatori della bevanda. Tra questi figurano il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il cantante Mick Jagger, il regista spagnolo Pedro Almodovar, il tennistavolista giapponese Ai Fukuhara, il cagnolino Dudù e Papa Francesco che recentemente ha cinguettato: “#bargnolinodipiacenza: non puoi starne senza”.
  
Chiara Ferrari vive con Stefano, un adorabile cuoco che le prepara deliziosi manicaretti.  Non ci abita più, ma al paese di Centovera ha trascorso una spensierata infanzia e l’adolescenza. Tutti i bambini dovrebbero crescere tra campi di pomodori. Lì, alla scuola elementare, aveva lanciato la moda di disegnare volti di persone, a cui assegnava un’identità. Aveva tappezzato i muri. Crescendo ha scoperto che, invece dei pastelli, le veniva meglio usare la scrittura per creare storie e personaggi. Così, ogni tanto, prova a inventare racconti di luoghi immaginari o biografie di piacentini illustri. Nel tempo libero si diverte a disturbare la quiete pubblica gorgheggiando canzoni irlandesi insieme alla sua band, sforzandosi, il giorno dopo, di essere seria e credibile dietro una cattedra. 

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