Via Pace 38/C
Dalla stazione ferroviaria si consiglia di prendere l’autobus n. 3
in direzione Borghetto, fermata piazza Duomo. La Bargnoleria è aperta
dalle 9.00 alle 01.00. Il giorno di chiusura è il lunedì. Chiusura
estiva in agosto. Su prenotazione è possibile visitare il laboratorio
dove viene prodotto il bargnolino. Info: Tel 0523.543897 - Fax
0523.543367 - Email: info@labargnoleria.it - Sito web:
www.labargnoleria.it
La Bargnoleria è uno dei locali più frequentati di Piacenza. Qui è
possibile acquistare bargnoli o prugnoli freschi (in dialetto bargnö,
prügnö o spein négar), ovvero bacche di susino spinoso (detto anche
nerospino), di color bruno nerastro, utilizzate per la distillazione di
un tipico liquore locale, il bargnolino. Ma anche trascorrere un
dopocena o una pausa durante la giornata sorseggiando bargnolini delle
migliori riserve, distillati dalle bacche provenienti dalle siepi più
rinomate della provincia piacentina. Tra le più prestigiose vintage si
consigliano l’ottobre 2003 riserva brüt, da un maccione che costeggia il
passo Caldirola, sotto la Pietra Parcellara; il novembre 2005,
vendemmia tardiva della boscaglia del Monte Pillerone (Mont Pirlon); il
dicembre 2008, selection des Grain nobles della rasèra di Soprarivo di
Boscone.
La rivendita si trova in una zona centralissima della città, in
prossimità della piazza del Duomo, ed è ospitata al pian terreno di un
antico palazzo cinquecentesco di proprietà dei conti Anguissola che,
alla fine dell’Ottocento, decisero di affittarne una sala a una giovane
famiglia, i Balossi di Chero, i quali investirono ogni loro denaro per
avviare l’attività. Il capofamiglia Luigi Balossi era così innamorato
del sapore brusco dei prugnoli che volle inventarsi un liquore ricavato
dalla bacca. Così mise a punto una ricetta che ancora oggi, nei
dettagli, resta sconosciuta ai più. Attualmente la Bargnoleria è gestita
dalla quarta generazione, ed è il Signor Antonio il mastro bargnolaio
depositario degli antichi segreti della distillazione del gustoso
nettare.
Entrando nel locale il visitatore è investito da una vivace
fragranza di zucchero e alcool, tra gli ingredienti che si suppone siano
alla base della ricetta, mescolati a qualche ignota sostanza che
rilascia nell’aria effluvi portentosi. Ma poi sono gli occhi a cedere
alla meraviglia degli stucchi dorati che brillano sull’ampio soffitto a
volta della sala principale, riservata alla degustazione. Qui, in teche
di cristallo, vetrine, credenzini in legno bianco laccato e intarsiato,
tintinna un luccichio di bottiglie e brocche di varie fogge e misure,
mentre al bancone sono conservati, in contenitori refrigerati, prugnoli
appena raccolti suddivisi per località e diverso grado di asprezza.
I pavimenti sono in cotto originario mentre le pareti, decorate con
ramoscelli di prugnoli essiccati dalle varie tonalità di verde e con i
fiori bianchi della pianta, rendono l’atmosfera calda e rilassante. Il
servizio è molto attento e curato e, per i meno esperti, un inserviente
sa consigliare sulla migliore annata o sugli aromi più adatti a
deliziare il palato. Ci sono bargnolini aromatizzati alla ciliegia di
Villanova, alla prugna meschina di Albarola, ai fichi di San Giorgio, al
Gutturnio, all’asparago piacentino, al tortello con la coda.
Generalmente vengono serviti con stuzzichini a base di prodotti locali
(coppa e gnocco fritto, ciccioli, formaggi stagionati, pancetta e
salame). Molto richiesti sono anche i coktail Bargnö Frozen e Kaipi
Bargnö.
Assidui frequentatori della Bargnoleria sono lo stilista Giorgio
Armani, il calciatore Filippo Inzaghi, l’attrice Isabella Ferrari. Lo
scrittore Dino Buzzati, di passaggio, ebbe a dire: “Il liquore più buono
del mondo”. Oggi questa frase è diventata un marchio stampato su tutte
le bottiglie prodotte dalla Bargnoleria. Bottiglie che nel periodo
natalizio vengono impacchettate in originali confezioni regalo da non
perdere.
Note:
Presso la Bargoleria è possibile acquistare il libro a cura di Luke
Zaninoni, “Bargnolino, mon amour” (ed. Mondadori, Milano, 2011). Viste
le numerose richieste di bargnolini provenienti da tutto il mondo non
sorprenderà sapere che il profilo twitter della Bargnoleria sia seguito
da un esercito di 100.347.998 followers, estimatori della bevanda. Tra
questi figurano il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il
cantante Mick Jagger, il regista spagnolo Pedro Almodovar, il
tennistavolista giapponese Ai Fukuhara, il cagnolino Dudù e Papa
Francesco che recentemente ha cinguettato: “#bargnolinodipiacenza: non
puoi starne senza”.
Chiara Ferrari vive con Stefano, un adorabile cuoco che le
prepara deliziosi manicaretti. Non ci abita più, ma al paese di
Centovera ha trascorso una spensierata infanzia e l’adolescenza. Tutti i
bambini dovrebbero crescere tra campi di pomodori. Lì, alla scuola
elementare, aveva lanciato la moda di disegnare volti di persone, a cui
assegnava un’identità. Aveva tappezzato i muri. Crescendo ha scoperto
che, invece dei pastelli, le veniva meglio usare la scrittura per creare
storie e personaggi. Così, ogni tanto, prova a inventare racconti di
luoghi immaginari o biografie di piacentini illustri. Nel tempo libero
si diverte a disturbare la quiete pubblica gorgheggiando canzoni
irlandesi insieme alla sua band, sforzandosi, il giorno dopo, di essere
seria e credibile dietro una cattedra.
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