venerdì 4 aprile 2008


L'incipit del nuovo dei Baustelle mi porta, ancora una volta, a riflettere sulla stima e sulla considerazione di cui gode la categoria degli architetti.

"Siamo architetti ricchi di Bel Air/E vecchie dive del noir/Abbiamo ville/Abbiamo cadillac/Ed uccidiamo per soldi come te/Puoi controllare i nostri alibi/Siamo eleganti e sereni/Siamo avvocati rispettabili/E ci inchiniamo al denaro come te/Ci annoiamo, abbiamo mogli e amanti/Abbiamo tanti amici/A guardarli bene, tutti vermi che siamo costretti a eliminare/La logica spietata del profitto o chissà cosa/ci fa figli dell’Impero Culturale Occidentale/Meno male che qualcuno o che qualcosa ci punisce/Arriva un investigatore, ci deduce l’anima/La nostra cognizione del dolore illumina" . ("Colombo", da "Amen")

Strano, il destino.
Una volta, nel periodo in cui facevo l'università, pensavo che gli architetti potessero cambiare il mondo.
Ero talmente imbevuto dello spirito avventuriero dei pionieri, degli inventori dell'architettura moderna, che non mi accorgevo che nel frattempo il mondo era cambiato, che sempre più stava cambiando.
Allora leggevo dell'impeto rivoluzionario dei costruttivisti russi, del forte impegno sociale dei razionalisti tedeschi e olandesi, le ricerche dei movimenti più radicali sull'existenz minimum e l'immane sforzo per dare un'abitazione decente all'immane massa di contadini inurbati, dell'utopia extraurbana di Wright e dei primi costruttori delle città-giardino.
La preistoria.

All'alba del nuovo secolo, siamo visti come i registi di oscuri comitati d'affari, speculatori d'assalto, amici dei palazzinari, come nella blasfema "1.9.9.6." degli Afterhours:

"Porco cristo offenditi/c'è una dote che non hai/non è chiaro se ci sei/Sei borghese arrenditi/gli architetti sono qua/hanno in mano la città/Cambia rotta cambia stile/scopri l'anno bisestile/è volgare il tuo annaspare sai"

Oppure, quando va bene, come pseudo-intellettuali raffinati ma vaporosi e vuoti, alla stregua di stilisti effemminati e capricciosi, magari bravi a vestire l'abito di un edificio ("l'involucro", tema tanto in auge nella letteratura e nella critica contemporanea) ma poco interessati al suo contenuto, alla funzionalità e alla ricerca spaziale. Come ricorda il Guccini della "Signora Bovary":
"Ma cosa c'è, cosa c'è.../atrii a piastrelle di stazioni secondarie/strade più strade di avventure solitarie/clown nella notte/valigie vuote/piene di trucchi per tragedie immaginarie.../...telecomandi per i quotidiani inferni/battute argute di architetti postmoderni, amanti andate/piaceri a rate/pallottolieri per contare estati e inverni..."

Nell'immagine, la Moleskine di Le Corbusier

martedì 1 aprile 2008


La cosa più terribile la invia Giacomo.
Ora, Cj è da sempre interessato alle evoluzioni dell'arte contemporanea nelle sue più svariate forme.
Che è quasi sempre provocazione, e oltraggio.
Su questa non ha problemi a prendere posizione: a titolo di esempio, tra il manovale che si arrampica su una quercia per tagliare la corda ai fantocci impiccati da Cattelan - per poi inopinatamente cadere e fratturarsi gli arti inferiori - e Cattelan stesso non ha remore a schierarsi con quest'ultimo.
Ma a tutto c'è un limite.

Sentite questa:

Nell anno 2007, Guillermo Vargas Habacuc, un finto artista, ha preso un cane di strada, lo ha legato ad una corda corta ad un muro di una galleria d'arte e lo ha lasciato morire lentamente di fame e di sete. L'autore di questa orribile crudeltà e i visitatori di questa galleria d'arte sono stati spettatori impassibili dell' agonia del povero animale, fino a quando finalmente è morto di fame e di sete, sicuramente dopo essere passato per un doloroso, assurdo e incomprensibile calvario.

Bene: la prestigiosa Biennale Centroamericana di Arte ha deciso, incomprensibilmente, che la bestialità che aveva appena commesso questo individuo era arte, ed in questo modo tanto incomprensibile Guillermo Vargas Habacuc è stato invitato a ripetere la sua crudele azione in alla Biennale del 2008.

OSTACOLIAMOLO!!!
Firmate qui: http://wpop2.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=wF6amBxe7kcrx0c5DwHgzzYCnlhafClt3L/eQx9wme7gzhEEssmcvr8La9TjYfNL&Link=http%3A//www.petitiononline.com/13031953/petition.html

WOW!


Umh...
interessanti anche i rock festival promossi da Jeegio e Dj Looka.

Cj ha ovviamente aderito a entrambi, anche se la sua preferenza va al cartellone proposto dal primo, con headliner il fantastico Anthony and the Johnson - oltre a Baustelle e Arcade Fire - contro i Bloc Party e Babyshamples.

Ecco il programma di Jeegio:

http://www.trifogliami.it/?mode=view&festivalID=4854
E la line-up di Dj Looka:
http://www.trifogliami.it/?mode=view&festivalID=4893
Mi sono preso tutto il tempo necessario per scremare la casella di posta elettronica.

Tra le notizie degne di considerazione, il primo posto va alla beffa architettata da Beddolix+Spl33n al sito di Repubblica:

Eccovi il testo autografo di Beddilix:

L'anonima (ma sincera) foto che trovi in allegato e che ho inviato giovedì scorso non è stata pubblicata sul sito di Repubblica.
Deluso dalla decisione dei redattori del sito, non mi sono arreso e grazie all'intervento geniale di Spl33n che ha sfruttato le loro gattose debolezze, Repubblica ha capitolato!

Qui
http://wpop3.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=QhyouabyxQs%2Bv4bhhEXRQOtIiBjoAsIh8dWpzTm6vk/QWYfqkVJLUg1Ml/zDM3pz&Link=http%3A//www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/la%2Dfinestra%2Ddi%2Dfronte%2D95/13.html

lunedì 31 marzo 2008

Crisi da rientro

Uno sta via una settimana o poco più e non sa più cosa succede intorno a lui.
La lettura dei quotidiani on-line lo aiuta poco: la cosa più interessante potrebbe essere Mosley che, vestito da gerarca nazi, si fa frustare da una baldracca durante un'orgia.
C'è la crisi dell'Inter.
C'è l'ennesimo tifoso che ci lascia le penne, anche se su questo tema io concordo con Jeegio; per la verità, lo sono sempre più spesso, anche su Pistorius lo ero - non so devo preoccuparmene - e comunque devo dire che io e lui saremmo stati una grande coppia in Consiglio Comunale, veramente una grande coppia: e la colpa è solo vostra, di voi amici che non avete creduto in noi e non ci avete supportato a dovere, che so, organizzando cene elettorali o serate rock in nostro onore, oppure camminando per le vie del centro come uomini-sandwich...
Ma tant'è.

Leggo un pò di articoli a random.
Non capisco se SI PUO' FARE, che anzi il Leader Maximo considera uno slogan un pò moscio (anche lui, però, che parla da anni di un'Italia normale...).
I sondaggi sono vietati, e noi che ormai ne eravamo totalmente dipendenti dovremo rivolgerci al Sert per avere del metadone, per le nostre crisi d'astinenza.
Il Cavaliere mi sembra teso: la sua proverbiale sicumera lascia, ogni giorno che passa, spazio alle invettive tipiche del suo reperotorio, ormai stravisto.
Uòlter nemmeno lui appare in palla, d'altronde a furia di girare col pullman gli saranno venute delle emorroidi grandi come noci.
Mi si dice che, per far vincere il Pd - o almeno non far vincere il banana - al Senato devo votare la Sinistra Arcobaleno. Questo per via di un meccanismo infernale che consentirebbe di togliere seggi al Pdl nelle regioni ex-rosse.
E qualcuno non ha voluto cambiare la legge elettorale, ma, vedremo se ne dovrà pentire amaramente.
Allora leggo le mail, un disastro di mail arretrate, il vero incubo da rientro.
Una marea di annunci pubblicitari e di spam vario. La Banca di Roma che mi dice che c'è un problema sul mio conto: avercelo, un conto alla Banca di Roma. Qualcuno che mi consiglia un nuovo tipo di cappotto isolante in polietilene espanso.
Qualcuno, poi, che mi dice che alla Camera devo votare Di Pietro, per protestare contro le scelte dei candidati del Pd locale.

Ci capisco sempre meno.

Come cantavano i Dik Dik, help me...

venerdì 21 marzo 2008

NY 15, GRANT HOTEL


Il Grant Hotel è nel buco del culo di Nuova York.

L'ha scelto DJ Paulette su Expedia.it, ma CJ lo biasima: aveva a disposizione un budget alquanto limitato. E poi il nome, quell'ammiccare al Grand Hotel, meritava di essere in qualche modo premiato. Se provate infatti a digitare "Grant Hotel" su Google.it, verrà fuori: "Forse cercavi: Grand hotel". Forse un bel paio di maroni, cercavo proprio il Grant Hotel...
Un capolavoro del marketing, a CJ vengono in mente le borse dell'Addas che sua madre comprava sul mercato, con quattro strisce anzichè le consuete tre.

E così si ritrova in una misera pensione a 1 stella e mezzo nella Upper West Side, sulla W94 Street, a circa quattro isolati da Central Park, a pochi dal Bronx e a qualche centinaio di metri dalla Baia di Hudson - in verità resa inaccessibile da un groviglio di strade sopraelevate e di piloni in calcestruzzo - mentre i tre grandi atleti riposano al centesimo piano del loro albergo di lusso nella zona centrale del Chrysler Building.

Ma va più che bene.
E' abbastanza pulito e molto economico, e non lontano si trovano la fermata della Subway e uno Starbucks per la colazione: al Grant Hotel, infatti, non gli daranno nemmeno un caffè o un muffin mezzo ammuffito, di quelli da distributore automatico di merendine.
L'unico problema si manifesterà al momento della partenza, quando sparirà la valigietta di CJ dalla stanza dei bagagli, ritrovata improvvisamente solo dopo reiterate proteste e dopo una velata minaccia del tipo "I call the police".

La stanza di CJ è situata proprio alla fine di un corridoio stretto e angusto, dal controsoffitto troppo basso e le pareti color nocciola.
E' la solita stanza da motel, con una moquette color marrone scuro alta un paio di centimetri e un paio di piccole stampe a motivi floreali appese alle pareti spoglie. Senonchè, dopo una breve ricognizione visiva, nota un'assenza: manca la finestra! In compenso, a fianco del letto, c'è una porta dal rivestimento in formica finto legno. CJ la apre e si ritrova in un ripostiglio, dotato di una minuscola feritoia verticale con un vetro smerigliato, con apertura a ghigliottina. Lo solleva e prova a incastrare la testa per guardare fuori. Dopo numerosi tentativi riesce a far uscire mezza testa, il tempo necessario per ammirare un panorama costituito da stretti cavedi, incombenti muri in mattoni brunastri e intrecci vari di scale antiincendio in ferro. Spike Lee apprezzerebbe, e anche a CJ non dispiace ma il fatto è che ha paura di rimanere decapitato, per cui si ritrae dopo un istante, per poi buttarsi sul letto, senza nemmeno disfarlo, e addormentarsi.

La mattina seguente, dopo una notte di sonno pesante, si appresta a una bella doccia, calda e rinvigorente.
La stanza, ovviamente, non dispone di servizi, che si trovano nel corridoio comune.
Sono solo le sette e mezzo, e c'è già una fila terrificante.
CJ si siede sulla moquette polverosa e, pazientemente, aspetta il suo turno.

Brutta storia, la coda per il cesso: CJ è internazionalmente noto per la sua cistite acuta, e dunque non poter disporre liberamente di un water potrebbe rivelarsi un problema da non sottovalutare.
Ci ragiona un attimo e trova la soluzione. Dopo essersi lavato in una vasca dalle pareti giallognole e dal tendaggio in pvc a bolle, scende alla reception e chiede un paio di bicchieri di plastica, di quelli da birra media. Rientrato nella sua stanza, li dispone sul comodino. In caso di emergenza, gli serviranno come vasino da notte: una volta pieni, li nasconderà nel ripostiglio, e chi si è visto si è visto.

Più facile a dirsi, perchè gli improvvisati pitali non si riveleranno poi così capienti. Dopo una cena a un ristorante pakistano del Greenwich Village, cena innaffiata da una quantità non modesta di cabernet-sauvignon californiano, CJ si ritroverà a riempire in un attimo il primo bicchiere per poi, dopo una delicatissima fase in sospensione, passare a svuotare il resto della vescica nel secondo.
Faticosissimo, credetegli.

mercoledì 19 marzo 2008

Annie is a punk rocker

Buone notizie, amici: punk is not dead.
Pubblico qui un componimento di Anna, che presto diventerà il singolo di debutto per l'etichetta indipendente "Diasagio Mentale".
Il lancio del suo primo Lp, dal titolo provvisorio "Encefalogramma piatto", è previsto per giugno prossimo venturo.
La giovanissima artista piacentina intraprende così la carriera solista, dopo alcuni mesi di apprendistato con il gruppo degli Psico-patia.
Sebbene l'opera risenta di una scrittura ancora acerba, si possono qui notare tutte le peculiarità della sua cifra stilistica: l'uso di un accattivante slang giovanilista ("io voio"), di una ritmica possente e ripetuta ("ha ha ha", con un notevole giro di basso: notare la similitudine con l'incipit di "Anarchy in The U.K." dei Sex Pistols: "Right! Now ha, ha, I am an antichrist, I am an anarchist, Don't know what I want, But I know how to get it, I wanna destroy the passerby"), un ritornello facile e di immediata presa ("vai a cagare"), ma soprattutto l'attacco frontale al sistema e alle forze dell'ordine dell'ordine costituito ("vigilessina tiè, (...) vai a cagare"); quest'ultimo punto è un esplicito omaggio alla tradizione punk d'oltremanica, es.: i Clash di "Police on my back" :"Well I'm running, police on my back, I've been hiding, police on my back, There was a shooting, police on my back, And the victim well he wont come back, What have I done?"; "Police and thieves" e "I fought the law" (cover da Sunny Curtis): "I fought the law and the law won ".

Sentiremo presto parlare di lei.

Ps: Fratello, io la farei vedere da uno bravo...

martedì 18 marzo 2008

venerdì 14 marzo 2008

Pastoralia

Ieri non sono sceso a valle.

La piccola Agnese, in poche ore, si è riempita di una miriade di bolle rosse su tutto il corpo. Sandra se ne era accorta la sera prima, alla comparsa della prima macchia sull'enorme ventre rigonfio: non aveva sbagliato la diagnosi.
Come dice Agnese, "la mamma vede sempre tutto".

Ieri era una giornata fantastica, in campagna. Le dolci colline, illuminate da un sole caldo, si risvegliano dopo il torpore invernale. L'aria è tersa. I crochi, appena sotto i cespugli di salvia e di rosmarino, sono un autentico spettacolo, nella loro alternanza di bianco e lillà. Tra poco, anche i tulipani sbocceranno: quest'anno ne abbiamo piantati decine e decine, un po' random, chissà quale sarà l'effetto finale.

E' comunque una mattina di lavoro.
Mi fermo in paese per bere un caffè, in compagnia dei soliti amici. Li trovi sempre lì, entro una certa ora. Non ti sbagli mai.
Mi piace Travo di inverno, così rilassata.
Discutiamo degli ultimi sondaggi elettorali, appoggiati alla vetrina in modo da prendere i primi raggi di sole. Possiamo farcela, ci diciamo, ma, però, insomma. Mi aggiornano sugli ultimi avvenimenti locali: una razzia notturna, la cena di sabato alla Ra Ca' Longa. Nel piazzale deserto, sfreccia su un monopattino un volontario della pubblica, con il giubbino arancione fosforescente. C'è anche Simon, che ramazza l'asfalto con la sua carriola, la bandiera tricolore e il giubbotto del Comune. Marcone interrompe il silenzio sollevando la serranda della suo negozio di ferramenta: fa segno di vittoria con le dita, riferendosi al Copra. E' un bel martello sotto rete, Marcone, malgrado non proprio un peso piuma. Ha movimenti quasi felini.

Dopo un rapido passaggio sul cantiere di un fienile in ristrutturazione, proprio sulla terrazza che domina il paese, mi imbarco per l'alta valle.

Arrivo al Municipio di Coli verso le dieci. Varco la soglia e attraverso un corridoio vuoto. Dopo un paio di tentativi, trovo l'ufficio protocollo. Al mio ingresso, l'impiegato non alza neppure gli occhi dai documenti che è intento a leggere. Indossa un maglione a girocollo, senza camicia, e un paio di pantaloni in mimetica da spender poco, di quelli di tela rigida che vendono sui banchi dei mercati di provincia. Visibilmente seccato per la mia presenza, indugia un paio di minuti sulle sue carte, per poi rivolgermi la svogliatamente la parola. Grandissimo. Professionalità e cortesia. In realtà è un tipo simpatico. Dopo aver controllato e vidimato la mia pratica, mi spiega il percorso più breve per la Valnure.

La strada si inerpica tra boschi di conifere e di faggi. Superato il borgo di Peli, gli alberi si fanno sempre più radi e la pendenza sale. Dopo un paio di chilometri finisce il guard-rail e la strada diventa sterrata: in una zona d'ombra, dietro una curva a gomito, trovo ancora neve sul selciato. In cima al passo, la "Sella dei Generali", la vista è davvero spettacolare. La brughiera, ruvida e spoglia, è punteggiata quà e là da ginepri e piccoli arbusti, e dal terreno ricoperto di felci spuntano guglie di pietra come menhir. A nord, si intravvedono le Alpi imbiancate. Verso sud, gli Appennini dominano maestosi le due valli.
Lo scenario è lunare, e l'inquieto sottofondo metallico dei cLOUDDEAD è perfetto.
La strada scende in picchiata verso il Nure, attraverso piccoli borghi in sasso, ormai disabitati. Incontro solo una lepre nel canale, un fagiano, una timida signora con un foulard in testa e un carico di fascine sulla schiena, un vecchio sul trattore con un maglione bianco a collo alto e giacca scozzese a tinte sgargianti, elegante e fiero.

Nei pressi di Farini incrocio Zac, con cui mi fermo a fare due chiacchiere su una piazzuola ai margini della Statale. E' sempre in giro con il baule pieno di spaghetti e di biscotti, lo becco spesso. Mi racconta di Mortadella, che cresce bene. La settimana prossima inizia con l'asilo.

Arrivo a Ferriere verso le undici. In Comune non trovo il tecnico, che vado a pescare giù al bar, su consiglio di una sua collega. E' in mezzo a un capannello di pensionati con il bicchiere di ortrugo tra le mani. E' un tipo a posto, con una gran barba corvina. Ci intendiamo subito.
Dopo aver preso visione degli incartamenti, lo saluto e me ne vado in cerca di un pezzo di torta di patate. "Durante la settimana non la faccio, tesoro", mi risponde la fornaia. Allora prendo una caciotta della Val d'Aveto.
E' tardi. Risalgo in auto per dirigermi a Rocca, dove i miei colleghi stanno misurando un campo, il campo dove Buer costruirà la sua casa.
Adesso ho i Massive Attack.
Mi aspettano ancora tante curve, ma non me ne accorgerò neppure.

martedì 11 marzo 2008


Alla fine sono andato a vedere "Non è un paese per vecchi", che non ha deluso le mie aspettative. Ottimo film, come tutti quelli dei Coen, seppur basato su una sceneggiatura non proprio originalissima. E' la storia di una sorta di cowboy in pensione che durante una battuta di caccia si imbatte, in mezzo all'arido deserto del Texas, in un massacro tipo O.k. Corral: corpi inermi a terra, cani abbattuti e una valigia con dentro 2 milioni di dollari, che ovviamente nasconde nella sua roulotte. Durante la notte, preso dal rimorso, torna sui suoi passi per portare un pò di acqua all'unico sopravvissuto alla sparatoria, un trafficante messicano. Da quel momento inizia una fuga disperata da un motel all'altro, inseguito senza tregua da uno squilibrato che uccide senza alcuna pietà, lanciando in aria una moneta e giocando la vita degli altri a testa o croce, da un altro killler prezzolato dai narcocontrabbandieri, e da un vecchio sceriffo, stanco e disilluso, che fa quello che può ma che distribuisce perle di autentica saggezza.
Colonna sonora assente. Grande fotografia. Personaggi perfetti. Dialoghi ancora più perfetti ("Non sei obbligato ad uccidermi", ripetuto all'infinito), ma qui il merito è di McCarthy.
E poi, finale strepitoso.
Ma soprattutto un grande Bardem che, diciamolo, è chiaramente il sosia di Sassidubi.

domenica 9 marzo 2008


Appurato che - a giudizio della (quasi) totalità dei lettori - il fatto che Scarlett appoggi Obama non è una controindicazione sufficiente per non trombarla di brutto, Cj propone un nuovo entusiasmante referendum.
Parecchi post fa, per salutare l'addio di Ciriaco De Mita al Pd avevo riutilizzato un famoso titolo di Cuore, il mitico "settimanale di resistenza umana", ovvero: "PASSEROTTO NON ANDARE VIA".
Cj è ancora molto affezionato a Cuore, che è stato un pezzo della sua vita: immancabilmente il lunedi' mattina, prima di prendere il treno per Milano alle 8.06, acquistava il foglietto verde e quel viaggio era uno dei momenti più belli della sua settimana da studente universitario.

Alcuni titoli di Cuore erano assultamente geniali.
Sfogliando la sua collezione, Cj propone alcuni dei migliori, ovviamente a suo giudizio.
Troverete qui a fianco il sondaggio che vuole incoronare il più bello di sempre.

NUMERO 129: "IN FESTA IL MONDO DEL BRIDGE: NASCE ALLEANZA DEMOCRATICA- Decise le prime cariche: nominati il sommelier, il maitre e il amestro di scherma. Già inaugurate le sezioni "Capannina" e "Roof Garden". Messaggi dall'intellettuale francese Roland Garros".

NUMERO 146: "IL PAPA FERMO PER TRE DOMENICHE - Il fuoriclasse polacco scivola durante un'udienza di allenamento. E' Papin il suo sostituto naturale."

NUMERO 123: "BROGLI! BOSSI DENUNCIA: A CATANIA HANNO VOTATO MOLTI MERIDIONALI"

NUMERO 79: "SCOTTI: MI SONO DIMESSO PERCHE' VOGLIO TROMBARE - Finalmente una motivazione seria e dignitosa ai gesti insensati della politica."

NUMERO 163/164: "NON FAR PIANGERE GESU': VOTA PROGRESSISTA. Nel segreto dell'urna Dio ti vede, il biscione no. Se vince la sinistra almeno una cosa è garantita: risate, risate, risate. Se vince la destra si ride lo stesso, ma è più sicuro farlo all'estero ."

NUMERO 58: "CANDIDATI: MANCA SOLO IL PETOMANE"

NUMERO 126: "La Dc ha chiuso gli occhi per sempre: E' MORTA LA GRANDE TROIA. Adesso fanno tutti finta di non conoscerla ma tra i suoi clienti ci sono stati milioni di Italiani."

MUMERO 10: "Dopo un giro di consultazioni, la nostra serena analisi: HANNO LA FACCIA COME IL CULO"

NUMERO 22: "COCCIOLONE IN MANO AI CROATI. Era in viaggio di nozze in Jugoslavia. Non ancora ritrovati i resti della sua Duna abbattuta da un calabrone. Il governo della Repubblica separatista minaccia il nostro paese: potremmo anche restituirvelo."

NUMERO 21: "TERRORE ALLA RAI: LECCARE IL CULO FA VENIRE L'AIDS"

NUMERO 8/9: "SCATTA L'ORA LEGALE: PANICO TRA I SOCIALISTI"

NUMERO 62: "E' MORTO FANFANI. Nell'ora più tragica la Dc perde un altro voto."

NUMERO 56: "PIETRO GAMBADILEGNO: CON IL P.S.I. HO CHIUSO. Addolorato annuncio del leader storico del Garofano: "Rubare negli ospizi per vecchietti turba persino un socialista della prima ora come me".

NUMERO 149: "FINI: VOTO RUTELLI. QUESTI FASCISTI MI FANNO PAURA. In fondo il leader del M.s.i. è meno imbecille dei suoi picchiatori."

NUMERO 151: "BERLUSCONI: PRESTO AVRO' I CARABINIERI AL MIO FIANCO" (Più vignetta di Vauro con il Berlusca ammanettato tra due caramba)

NUMERO 85: "PASSEROTTO NON ANDARE VIA (dedicato a Craxi) Un dubbio: e se l'odioso gradasso dovesse mancarci?"

NUMERO 38: "Indignazione e pena dopo la straziante confessione di Cossutta: CON I SOLDI DEL P.C.U.S. HO COMPRATO UNA DUNA"

NUMERO 41: "ERANO DEVIATI ANCHE I SERVIZI DI PANATTA"

NUMERO 91: "I MAFIOSI ONESTI: BASTA CON ANDREOTTI. Quarant'anni di malgoverno democristiano hanno messo in ginocchio anche un'azienda sana come la nostra."

NUMERO 176: "EUROPEE: OCCHETTO CAPOLISTA A LOURDES"

NUMERO 67: "PENSIERO STUPENDO" (Con Craxi dietro le sbarre)

NUMERO 61: "Una sofferta riflessione alla viglia del voto: I LIMITI DELLA DEMOCRAZIA: TROPPI COGLIONI ALLE URNE"

NUMERO 141: "L'eterna ossessione della politica italiana: AL CENTRO C'E' UN BUCO: CHE SIA QUELLO DEL CULO?"

NUMERO 108: "Ha più di settant'anni ma non pensa ad altro (dedicato a Wojtila): SCHIAVO DEL SESSO. FETI, OVULI, COITI, SPERMA: AMMAZZA CHE ZOZZERIA!"

NUMERO x: (Dopo la sconfitta del '94: VENDESI GIOIOSA MACCHINA DA GUERRA. Usata pochissimo).

NUMERO Y: " I BEATLES SI DROGAVANO. MINO REITANO NO. Vogliamo parlarne?"

sabato 8 marzo 2008

Bacon


A Milano per lavoro, giovedi' ne ho aprofittato per andare a vedere la retrospettiva su Francis Bacon apertasi pochi giorni fa a Palazzo Reale. Si tratta di un'anticipazione della grande mostra londinese con la quale l'anno prossimo la capitale inglese renderà omaggio, in occasione del centesimo anniversario della nascita, al suo più grande artista del secolo scorso (Bacon nacque a Dublino da famiglia inglese, e abitò per gran parte della sua vita a Londra).

Non si tratta però di un'esposizione minore.

Vi sono esposti infatti un centinaio di dipinti, tra i quali alcuni dei suoi capolavori, anche se poche tracce ci sono della celeberrima serie de "I papi": un ritratto di Innocenzo III, da Velazquez, e alcuni schizzi o bozze di lavoro.

Notevoli i trittici, tra i quali numerosi autoritratti (Bacon non amava dipingere il suo viso, che detestava, ma in alcuni periodi vedeva poche persone e quindi, lui sostiene, si riduceva a dipingere se stess0) e i ritartti dei suoi compagni di vita (omosessuale dichiarato, Bacon fu esiliato dalla sua famiglia).

Alcuni critici considerano Bacon tra gli artisti più influenti del XX secolo, subito dopo il più grande, Pablo Picasso.
Fedele al figurativo, i suoi ritratti - seppur trasfigurati come carne da macello - costituiscono una straordinaria alternativa all'astrattismo e all'informale che dominano la sua epoca.

Vi consiglio caldamente questa mostra.

mercoledì 5 marzo 2008


QUESTO E' UN MESSAGGIO PRIVATO PER MARCO, ALESSANDRA E AGATA.

IL VOSTRO CONIGLIO STA BENE.

E' STATO RAPITO SABATO SCORSO A PURO SCOPO DI RITORSIONE.
NON VI SONO INFATTI MOTIVI POLITICI O CULTURALI ALLA BASE DI QUESTO GESTO EFFERATO, MA SOLO LA NECESSITA' DI AVERE UN PO' DI LIQUIDITA' PER ACQUISTARE LE FIGURINE DEI CUCCIOLOTTI.

SE VOLETE RIAVERLO VIVO, DOVETE VERSARE 10,00 EURO SUL CONTO "4 GATTI" DELLA B. DI PC. N. 666, INTESTATO A.M., CAB 12600, ABI 05156.

E' POSSIBILE DILAZIONARE IL PAGAMENTO IN COMODE RATE MENSILI.
PIACENZA, LI' O5.03.2008
FIRMATO:
BRIGATE GNEGNE

domenica 2 marzo 2008

Polveri sottili


Ho scritto un post sul forum del sito del PD.
E' vero che le elezioni si giocheranno, come sempre, sulle questioni economiche, ho detto, ma non si possono sottovalutare gli altri temi, in primo luogo l'ambiente.
Ho parlato di casa nostra.
La Pianura Padana è uno dei luoghi più inquinati del mondo.
Alcune fotografie aeree diffuse recentemente lo hanno evidenziato con crudezza: l'area che va da Torino fino al Delta del Po si contraddistingue con un drammatico colore arancio-rosso, ovvero lo stesso livello cromatico dell'area urbana di Pechino.
Ogni giorno leggiamo i risultati del rilievo del livello di polveri sottili nell'aria che respiriamo: un vero e proprio bollettino di guerra.

E' una situazione di emergenza, ho scritto.
E per combatterla serve una terapia d'urto. Non bastano certo i timidi sforzi degli amministratori locali, le domeniche ecologiche e i blocchi del traffico, che sono solo palliativi.
Servono misure strutturali e strutturate.
Perchè, ho proposto, non promuovere un piano speciale per questa area?
Un finanziamento ad hoc, con il quale mettere in atto i necessari interventi a medio e lungo termine: metropolitane leggere, bus ecologici, rimboschimenti, recupero del paesaggio agricolo, rinaturalizzazione delle infrastrutture (es. alta velocità), incentivi per energie alternative, e altri ancora.

Non penso che un piano di questo tipo costerebbe molto di più, a titolo di esempio, che il ponte sullo stretto di Messina, sul quale il Cavaliere Banana continua ad insistere nella sua incontenibile foga di passare alla storia con questa opera immagnifica, alla stregua degli imperatori romani o dei faraoni egizi. Tra l'altro, da frequentatore assiduo della splendida Sicilia, oso dire che la mezz'ora di traghetto su Caronte (noto anche per i suoi arancini spettacolari) è un apprezzato momento di relax dopo l'avventura stressante della Salerno-Reggio Calabria...

Non so se otterrò risposta.

I sondaggi, d'altronde, indicano che le priorità dei cittadini per il futuro Governo del Paese sono la crescita dei salari e delle pensioni (segnalato dal 58% degli intervistati); al secondo posto il tema della sicurezza e della lotta alla criminalità (47%). A seguire, ancora le preoccupazioni economiche: la richiesta di un maggior controllo dei prezzi (36%), di politiche più efficaci per l’occupazione giovanile (31%), di riduzione delle tasse (26%).

Eppure dovrebbe preoccuparci anche la salute, soprattutto dei nostri bambini e degli anziani.

Leggo sul Corriere di oggi:

"Un ricovero per smog ogni 36 ore. In Pronto soccorso per infarti, ictus e crisi respiratorie dovute ai veleni dell'aria. Con un rischio di trombosi che cresce con l'incremento delle polveri. Nella Milano in lotta contro l'inquinamento, combattuto da gennaio anche con il ticket per chi entra in centro con un'auto inquinante, un pool di medici dell'Università Statale ha misurato i suoi danni sulla salute: «Studiare i meccanismi dei suoi effetti nocivi è fondamentale per riuscire a proteggere meglio i più a rischio: gli anziani e i bambini». È uno studio unico a livello nazionale, realizzato con l'Harvard School of Public Health e finanziato dalla Regione Lombardia insieme con agenzie di ricerca internazionali. Dall'anteprima emergono dati choc destinati a fare riflettere complessivamente l'Italia su cui pende una procedura di infrazione aperta dalla Ue per il superamento dei valori limite di smog. (...) Le micropolveri portano a ospedalizzazioni e anni di vita in meno."

mercoledì 27 febbraio 2008

LA MOLESKINE® DI SPAGNA - 05

LA MOLESKINE® DI SPAGNA - 04


LA MOLESKINE® DI SPAGNA - 03

LA MOLESKINE® DI SPAGNA - 02


LA MOLESKINE® DI SPAGNA - 01

Finalmente su questi schermi la moleskine del viaggio di fine anno, destinazione Barcelona e Valencia.
Ecco la prima parte.

venerdì 22 febbraio 2008

COLLEGHI CHE STIMO (02) - RENZO PIANO


Che l'architetto genovese fosse era un grande era noto, ma sentite un pò cosa è successo a qull'uomo betoniera (è una sua autodefinizione) che è Maurizio Milani.
Lo scrive lui nel suo folle libro "Del perchè l'economia africana non è mai decollata", gentile dono natalizio di Giallu e Silvia.


Renzo Piano ieri è venuto al bar dove vado a bere una menta.
Gli ho detto: "Architettone! Ho lo scaldabagno in casa che è fuori norma, può interessarsi lei al problema?"
Lui: "Andiamo a vedere".
Pensavo che ci volesse l'appuntamento da prendere anni prima per parlare con lui, invece è venuto subito.
Renzo Piano: "Qui bisogna mettere lo scaldabagno sul balcone. Lei è un uomo che sta delle ore nella vasca con l'acqua calda che va. Qualche volta si addormenta e quando si sveglia è come uno scemo."
Io: "Architetto come fa a saperlo?"
Lui: "Si vede dalla conformazione della testa. Comunque per adesso le firmo io un permesso che può andare avanti a fare il bagno in condizioni di pericolo. Entro fine anno faccia venire un muratore e poi un idraulico che le installi la caldaia sul balcone".
Io: "Allora architetto se succede qualcosa la responsabilità è sua":
Lui: "Sì".
"Anche se scivolo nella vasca?"
"Prendo la responsbilità su tutto! Anche se salta giù dal camino dal tetto".
"Dottore la ringrazio, ma come mai si prende tutte queste responsabilità senza motivo?"
Renzo Piano: "Se non ho la preoccupazione che qualche manufatto costruito da me possa crollare non dormo bene la notte. Più pensieri fissi ho più mangio bene e dormo bene".
Io: "Complimenti e in bocca al lupo. A proposito architetto, si prende lei la responsabilità se il gorilla dello zoo di Anversa afferra una persona tra le sbarre e non la molla?"
Renzo Piano: "Ok".

martedì 19 febbraio 2008


Caro Big, così non vale.
E' troppo facile sbattere le poppe della Johansson sul blog, mi sembra concorrenza sleale.
Mi viene un'idea: perchè non ispirarci alla guerra di copertine che inscenarono Panorama e L'Espresso negli anni Ottanta per risollevarsi dalla crisi di vendite (il malcostume adesso è meno diffuso). Ricordo che il mitico Cuore (ah..., i bei tempi andati) aveva persino una rubrica con il borsino: ogni settimana aggiornava il numero dei culi e delle tette presenti sui settimanali (trionfò Panorama, ultimo l'Europeo, ndr).

Si sarebbe potuto ribattere con le ormai inflazionate immagini tratte da Caos calmo, così, tanto per fare incazzare un pò Ruini.
A proposito, qualcuno l'ha visto? Il film, intendo, non il cardinale.
Alla fine, quando si parla così tanto di un film, passa la voglia di andarlo a vedere.

E poi sono reduce dalla visione di Saturno contro, questo mese in heavy rotation su Sky Cinema. La regia di Ozpetek è raffinata, certo, ma il film, mi pare, è l'ennesimo ritratto minimalista di un gruppo di trentenni-quarantenni di fine millennio.
Mi sembra che il processo di Muccinizzazione del cinema italiano, purtroppo, sia ormai in fase avanzatissima.
C'è addirittura Accorsi in crisi coniugale!
(Walter, tu che hai inventato le vhs collegate ai giornali e che hai proposto di togliere gli spot dai film, nel primo consiglio dei ministri - anzichè occuparti di Ici e balle varie - fai una cosa seria: vieta per decreto i film con Accorsi in crisi coniugale)

Hai voglia a dire: l'introspezione dei personaggi, la leggerezza dei dialoghi, le ambientazioni radical chic...
Ma la trama?
Esiste, una trama?
Mah...

Cj propone un antidoto: lunedi' prossimo proiezione collettiva del nuovo dei grandi fratelli Coen.
Fate uscire il Drugo che c'è in voi...
Chi c'é?

mercoledì 13 febbraio 2008

BOMB BOMB IRAN, BY BEACH BOYS


Proprio oggi fratello Jr ci ha inviato il link per il video di Yes We Can:

Stasera sul blog di Luca Sofri (http://www.wittgenstein.it/) mi sono imbattuto nella sua parodia, ispirata invece a McCain:


Da vedere tutti e due.

domenica 10 febbraio 2008

Jack


Segnalo agli amici del P.P.D., nel caso avessero perso l'Almanacco dei libri di Repubblica di ieri, l'incipit dell'ultimo romanzo della trilogia di "Drive-In" di Landsdale.
Ora, io sono un grande estimatore di quel grande bastardo che è Joe, ma a giudicare da queste poche righe ho il sospetto che abbia calcato un pò la mano... di certo ha cambiato ancora pusher...


Tutti loro vivevano nel grande drive-in Orbit, sotto un buco nel cielo popolato di ombre. Una volta il buco si contrasse come uno sfintere e cagò una melma scura e appiccicosa.
Che puzzava.
E si attaccava ai piedi.
Qualcuno credette che fosse commestibile, perchè una volta erano piovute mandorle ricoperte di cioccolato e cose simili, ma quella poltiglia non c'entrava niente con le mandorle al cioccolato. Assolutamente niente. Quelli che la mangiarono si portarono le mani al ventre e morirono urlando.
Per un pezzo i loro corpi restarono accatastati accanto al recinto del drive-in, pronti per il trasporto. E furono trasportati, infatti , ma non lontano.
(Ne parleremo dopo).
La roba melmosa, la merda di Dio, fu finalmente spalata via con grandi badili improvvisati ricavati da cofani di automobili, e fu depositata contro il recinto per rinforzarlo. La cosa funzionò: la melma si indurì come cemento, e quando se ne aggiungeva della fresca si attaccava bene sopra l'altra. Così la parete si alzava.
Ma torniamo al cielo.
Coloro che ci vivevano sotto lo chiamavano il buco del culo di Dio. O meglio, Jack lo chiamava così, e la definizione prese piede.
Jack era l'uomo di punta. Il leader di tutto il drive-in, baby. Come tutti gli altri, non era invecchiato neppure di un giorno durante il tempo trascorso lì. Almeno fisicamente. Dal punto di vista emozionale e mentale, be', era una specie di relitto. La sua mente aveva bisogno di un bastone per camminare. Le sue emozioni di un girello a ruote.
Ma era diventato l'uomo di punta.
Jack, l'uomo del drive-in.

sabato 9 febbraio 2008

Io può


A voler vedere bene, molto prima di Obama ci era arrivato Spillo Altobelli, uno dei più raffinati intellettuali che il nostro paese ha conosciuto nel dopoguerra: "C'è chi può e chi non può: io può" (secondo alcune versioni - ancora più divertenti - avrebbe addirittura detto: io, modestamente, può"

Al di là della primogenia sullo slogan, il fatto è che anche Walter nostro ha fatto suo l'ormai celebre "Yes, We Can", coniando invero un più italiota "Si può fare" (pezzo trascurabile della Premiata Forneria Marconi, se non ricordo male, ma Walter ha scelto "Mi fido di te" di Lorenzo)

Ovvero, possiamo vincere anche da soli.

La scelta coraggiosa del Walter, bisogna ammetterlo, ha spiazzato un pò tutti.
Avversari e alleati (o ex).

Ha sicuramente sparigliato le carte in campo avversario, costringendo il Cavaliere Banana a rincorrere (finalmente!) e a metter su in pochi giorni un improbabile megalistone con dentro tutti, dalla Mussolini a Dini, da Gasparri a Rotondi, da De Gregorio a Mastella, costringendo Fini ad ammainare le sue bandiere senza nemmeno consultare la sua base (chissà cosa ne pensano...). E ha riaperto di fatto un solco con l'Udc: vedremo cosa farà da grande Casini.

Ha anche rianimato - quando in molti ormai avevano perso ogni speranza - un centrosinistra che versava in stato comatoso, fisicamente e psicologicamente provati da un calvario durato oltre 20 mesi.

Perchè, siamo sinceri, agli elettori mica si poteva raccontare la favoletta che è stata tutta colpa di quei pochi, Mastella e Dini, che alla fine hanno staccato la spina a Prodi (peraltro da tempo attaccato a una macchina per la respirazione artificiale).
Perchè non gli si poteva certo riproporre la solita alleanza ampia ed eterogenea, in cui nessuno è sostanzialmente d'accordo su nulla, con il solito programma di 300 pagine che contiene tutto e il contrario di tutto.

Dunque serviva una svolta, un'accelerazione.
E secondo me, se lo si analizza, è un rischio ben calcolato.
Con la riproposizione del film già visto, si profilerebbero infatti due possibili scenari. In caso di sconfitta, si aprirebbero gli ennesimi processi e rischieremmo di bruciare anche Veltroni, l'unico che oggi può fare la differenza (lo dicono tutti i sondaggi). In caso di vittoria (assai inverosimile per la verità: difficile che gli elettori possano premiarci dopo gli ultimi avvenimenti) non si riuscirebbe, a mio giudizio, come al solito a combinare nulla e ci si avvierebbe verso il consueto travaglio, con governi traballanti che cadono, si rialzano, magari con dei ribaltoni o dei ribaltini, oppure dei governi bis, o dei tecnici, e chi più ne ha più ne metta.

Tutto questo ci costa assai. Non è un processo indolore.
E' chiaro, io stesso ho il cuore diviso a metà, non posso certo ritenermi soddisfatto dell'ennesima divisione a sinistra.
Però quello che abbiamo davanti, la nostra storia recente, è un clamoroso fallimento.
Su tutta la linea. Dobbiamo ammetterlo, senza indugi.
Essere contro Berlusconi non è sufficiente. Non basta, o almeno non basta più.

Oggi è necessario fare anche proposte chiare e concrete (ne bastano poche) per un paese in declino, forse inesorabile. Imporre una svolta radicale e un ricambio generazionale. Abbandonando tatticismi esasperati e buttando in campo un pò di coraggio e di sfrontatezza.
Allora, avanti Walter.
Bene così.
Probabilmente non si vincerà, ma almeno si cadrà in piedi.

4 stagioni

SOLSTIZIO D'ESTATE

Estate sposa, sei giunta all`inizio
orgogliosa del tuo caro Solstizio;
la situazione lui prende in pugno
in questo afoso fine di Giugno.
Il tuo vestito bianco prepara
con la giornata dell`anno piu` chiara
luce e calore son pizzi e ricami
la moda ha sempre eleganti dettami
e questo battesimo di Sole radioso
qualsiasi ansia mette a riposo;
feste in spiaggia, ombrelloni e sdrai
per esorcizzare i nostri guai.

EQUINOZIO D'AUTUNNO

Ritorna a scuola il giovane alunno
ritorna la legge dell`Autunno
coi suoi tramonti sempre piu` anticipati
e i suoi rovesci che bagnano i prati
e mentre il ricordo dei giorni piu` lunghi
cede il passo al vento ed ai funghi
colori forti assumon le foglie
prima di lasciare le piante spoglie.
E` come un attimo di riflessione
in questo mondo che e` un polverone
se va veloce, senza mai sosta
c`e` tempo per una caldarrosta.

SOLSTIZIO D'INVERNO

Inverno neonato dove mi conduci ?
nelle vie del centro con le mille luci
intermittenti ma sempre accese
e poi i negozi, la gente, le spese...
Il tuo inizio e` proprio col botto
ma poi prosegui con freddo e cappotto
la tua frenesia ha ceduto il passo
ora sei calmo, non sei piu` gradasso
i rami spogli come nude braccia
mentre di notte la strada ghiaccia;
sei piu` tranquillo, cosi` mi piaci
riscalda il camino fino alle braci.

EQUINOZIO DI PRIMAVERA

Comincio a sperare buone nuove
fuori fa il sole ma a volte piove
ma mentre l`Inverno fa le valigie
la mia mente gia` si dirige
verso lidi piu` soleggiati
che anticipano calde Estati
sperando in giorni costruttivi
di dialoghi e sentimenti positivi
lei e` una Donna, solare sorriso
ma se vuole amarmi, non ha ancora deciso
sara` una fata o una chimera ?
resto ottimista: lei e` Primavera.

Il Cesco

venerdì 8 febbraio 2008

THE ULTIMATE D.J. PAULETTE 2007 COMPILATION


"The ultimate Dj Paulette 2007 compilation: night side and day side"

NIGHT SIDE:
All I need - Radiohead
Fake empire - The National
Put your head towards the air - Editors
Chain of flowers - Grindermen
Society - Eddie Vedder
Bloodstream - Stateless
The saddest sound - Devastations
Interventation - Arcade Fire
On and on and on - Wilco
Dear darkness - PJ Harvey
Pioneers to the falls - Interpol
Nude - Radiohead
Long nights - Eddie Vedder
To build a home - The Cinematic orchestra
The hardest ship of the world - Karen Ann
Just as you are - Robert Wyatt
Vortex - Grinderman
Enchanted - Patrick Wolf
Title track - Okkervill River

DAY SIDE:
Smokers outside the ospital door - Editors
Delivery -Babyshambles
Fluorescent adolescent - Arctic Monkeys
The Heinrich manouver - Interpol
Elephant gun - Beirut
Ruby - Kaiserchiefs
Little Cream Soda -White Stripes
Rythm and soul - Spoon
Tick tick boom - The Hives
The prayer - Bloc Party
Nag nag nag nag nag - Art Brut
Unless it's kicks - Okkervil River
Gloden skank - Klaxons
Suburban nights - Hard Fi
Chelsea Dagger - Fratellis
American X -Black Rebel Motorcycle Club
Crumble - Dinosaur Jr
If you were there, beware - Arctic Monkeys
Agaetis biryun - Sigur Ros

lunedì 4 febbraio 2008

domenica 3 febbraio 2008

Unità di crisi, part two


Mentre al Bellavita impazzava la festa di Carnevale agli ordini di Dj Paulette e Dj Lukka, l'Unità di Crisi si è riunita a casa di Big.
Presenti Cj, Big, Steve e le rispettive compagne.
Acclarato che il tentativo di Marini era destinato a fallire miseramente, l'Unità dio ha cercato di elaborare le strategie per evitare, di quì a qualche mese, un'assai probabile disfatta.
Davanti alla superba fajolada e al platano fritto di Liz (bella serata, big...) sono state avanzate diverse ipotesi. Scartata la possibilità che il Cavalier Banana venga raggiunto dall'ennesimo avviso di garanzia - è una strada che in passato ci ha già dato tante soddisfazioni, ma che ora non è più percorribile - proviamo qui a riassumere le varie proposte.

1. SENATORI A VITA: Non risultano esserci limiti al numero dei senatori a vita. Napolitano potrebbe dunque, già la prossima settimana, procedere alla nomina di un buon numero di nuovi senatori, lo stretto necessario per riottenere la maggioranza. Qualche nome: Umberto Eco, Nanni Moretti, Francesco De Gregori, Tina Anselmi, Michele Serra, Cristiano Lucarelli, Pietro Ingrao, Renzo Foa.

2. RAPIRE LA VECCHIA: Il Berlusca non vuole le larghe intese? E noi, come Fantozzi dopo aver battuto il grande capo a biliardo (nel Secondo tragico, se non sbaglio: Cesco correggimi), rapiamo la vecchia troia e lo ricattiamo. (Ndr: notizia dell'ultima ora, anche questa strada non + più percorribile...)

3. IL GOVERNO DELLA PATATA: A Fini e Casini sembra che non dispiaccia la patata. E tanti altri del centodestra sembrano non disdegnare la compagnia occasionale di attricette, soubrette e veline. Bene: si proponga un governo a tempo, con un programma minimo basato sulla valorizzazione della patata stessa, i numeri si troverebbero senza problemi.

4. OBAMA INSEGNA: Estendere da subito il diritto a stranieri, extracomunitari, con permesso di soggiorno e abusivi, per poi presentare una serie di candidati radicati sul territorio: un egiziano a Milano, un Rumeno a Roma, uno slavo a Piacenza, un senegalese a Napoli, ecc... Candidato premier: Nino La Rocca o SuperMario Balotelli.

5. SECESSIONE: Dopo i tanti proclama di Bossi e tutte le puttanate sulla Padania, è ora che anche l'Etruria alzi la testa: Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Alto Lazio dichiarino la secessione, e poi vediamo chi vince le elezioni nel nuovo soggetto...

6. LEGGE TV: Varare in fretta una nuova legge - assai equilibrata - sulle tv: abolizione di Rai3, Rai2 solo sul satellite, annessione del Tg1 a Mediaset, che si accaparrerebbe anche Sanremo, il Giro d'Italia, la Serie A e cazzi annessi. Silvio si ricrederebbe...

7. CAPITALE A CEPPALONI: Spostare la capitale da Roma sino alla ridente cittadina campana potrebbe essere un'operazione costosa, ma ci sarebbe un ritorno in termini di consenso ad un nuovo governo che tiri a campare qualche mese.

8. I BAMBINI SONO DI SINISTRA? "I bambini sono di sinistra perché si fanno fregare quasi sempre. Ti guardano, cacci delle balle vergognose e loro le bevono, tutti contenti." Così diceva Claudio Bisio. Sarà vero? Tanto vale provarci, garantendo da subito il voto a tutti, senza distinzione di età. Problemi con il Vaticano: la Cei ha subito chiesto di estendere tale provvediamento anche ai feti e agli embrioni con almeno quattro settimane di vita...

9. MANDATO ESPLORATIVO A RAZINGER: potrebbe avere più chance di Marini. Nel programma: abolizione della scuola pubblica, ripristino del latino, proclamazione dell'indipendenza dello Stato Vaticano (il Lazio, più o meno), annessione dei territori di Avignone, esclusione dai programmi scolastici dell'illuminismo, delle teorie di Darwin e di Galileo, lui e tutte le sue balle sul fatto che la terra non è piatta...

10. RICAMBIO GENERAZIONALE: Beh, se proprio si deve andare a votare subito allora proponiamo un ricambio drastico: 50% dei candidati donne, 33% sotto i 40 anni, a casa chi è già stato 2 legislature in parlamento, a casa chi è inquisito, niente parenti dei leader, qualche operaio e non solo avvocati, pochi ministri di cui la metà donne, al massimo una trentina di sottosegretari...

Beh, ma quest'ultima sembra proprio pura utopia...

venerdì 1 febbraio 2008

NY 13, TIMES SQUARE

Times Square è esattamente come uno se l'aspetta, un'immensa fiumana di uomini e donne che come robot procedono incolonnati nelle due direzioni di marcia.
Cj è spaesato.
Si muove lentamente sul marciapiede, nella vana speranza di trovare un angolo nel quale è possibile fermarsi un istante, senza rischiare di essere risucchiati dalla corrente.
La folla che scivola tutto intorno è uno spaccato rivelatore della varietà umana.
Fa freddo, ed è calato il buio.
L'appuntamento con Paulette, Steve e Winnie è stato fissato per le 21. Si va a mangiare qualcosa insieme all'Hard Rock Cafe'.

Nell'attesa, Cj osserva ammutolito lo spettacolo abbacinante delle insegne al neon sui grattacieli di fronte a lui, un caleidoscopio di luci e di colori che variano di continuo.
Sulla Settima Avenue, in particolare, incombe un'installazione del Nasdaq, ovvero una bandiera a stelle e strisce di dimensioni colossali che domina il paesaggio.
"Fuck", pensa Cj, "i soliti nazionalisti."
Al suo fianco, un enorme monitor a cristalli liquidi proietta le principali notizie economiche e persino le quotazioni della borsa.
"Perfetto per la Giulia!", dice tra sè.
Sulla 42esima, il traffico non conosce sosta. Una fila interminabile di taxi e di bus procede a passo costante. Attraversare la strada potrebbe essere davvero un'impresa.
Il flusso sensuale di dati al neon scorre ininterrotto, ovunque Cj volga lo sguardo. Un'anarchia selvaggia di segni e di simboli: LG, Toys, Philips, Swatch, Doc News, JVC, Reuter, Panasonic...

Cous cous


La scorsa settimana siamo andati a vedere Cous Cous.
Ce ne avevano parlato gli amici, e le critiche erano state assai positive.
(Un film di Abdel Kechiche. Con Habib Boufares, Hafsia Herzi, Faridah Benkhetache, Abdelhamid Aktouche, Bouraouïa Marzouk, Alice Houri. Genere Drammatico, colore 151 minuti. - Produzione Francia 2007. - Distribuzione Lucky Red.
Beiji, 6o anni, lavora alla riparazione delle imbarcazioni nel porto di Sète, vicino a Marsiglia. Poco disposto alla flessibilità che la nuova organizzazione impone, viene licenziato. Beiji è divorziato e ha una nuova compagna ma non ha perso i contatti con la famiglia. Ora l'uomo vuole realizzare un sogno: ristrutturare una vecchia imbarcazione e trasformarla in un ristorante in cui proporre come piatto forte il cous cous al pesce. Nonostante le difficoltà economiche Beiji trova l'aiuto di tutti i familiari e l'impresa pare destinata al successo.)
Mi trovo in difficoltà a dare un giudizio.
All'uscita dal cinema, io e Sandy eravamo d'accordo nel sentirci delusi.
Io, tra le altre cose, mi ero addormentato un paio di volte nel bel mezzo della proiezione.
Il problema è che Cous Cous è troppo lungo. E inutilmente lungo, direi. Impassabili inquadrature fisse sulle donne che preparano il cibo, o che scorticano il pesce, sui commensali che mangiano il cous cous con i granellini infilati nei denti.
L'apice lo si raggiunge nelle scene finali, con il protagonista che insegue ripetutamente tre ragazzini che gli hanno rubato il motorino proprio la sera dell'apertura del suo ristorante e che scorrazzano tra gli squallidi caseggiati del porto, e con la figlia della sua nuova compagna che esegue la danza del ventre (di nome e di fatto, sembra Maradona tra una clinica e l'altra) per guadagnare tempo davanti agli invitati affamati, in attesa che arrivi finalmente il cous cous.
Però poi, rimuginandoci sopra, vengono a galla anche i lati migliori.
In primo luogo, i personaggi femminili, tutti o quasi di origine araba, ma in Francia ormai da decenni, tutti molto belli.
Le donne delle due famiglie di Beiji riescono a mettere da parte gelosie e invidie reciproche, e prendono in mano la situazione, facendosi in quattro per aiutarlo a coronare il suo sogno.
E pensare che lui, in cambio, non regala nemmeno un sorriso in oltre due ore e mezzo...